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86 Capitolo dodicesimo


stati uccisi o gravemente feriti, andavano alla deriva col loro carico di morti e di moribondi, quando le altre, che avevano continuata la corsa, giunsero sotto la prora della tow-mêng.

— Tutti dietro al bordo!... — gridò Than-Kiù. — Lasciateli salire e fucilateli a bruciapelo. —

Hong, dopo d’aver caricata la spingarda a mitraglia per potere, all’occorrenza, spazzare il ponte, si era armato d’un fucile e di una scure e si era gettato dietro alla murata, pronto a respingere i primi assalitori.

Intanto Tseng-Kai, che doveva essere un artigliere provetto, con due colpi di cannone aveva disalberato il praho più vicino, mandandolo ad arenarsi su di un banco di sabbia e con tre altri aveva smontata la spingarda del secondo e demolito parte delle murate, mettendolo quasi fuori di combattimento.

Sbarazzatosi pel momento di quei due avversari, si rivolse contro i pirati delle canoe, ben più pericolosi di quelli dei due prahos, poichè ormai erano già sotto la giunca e quindi al coperto dai colpi di cannone e di spingarda.

— Hong!... — urlò il vecchio, che aveva impugnata una specie di scimitarra dalla lama larga e pesante ed una rivoltella di grosso calibro. — Bada che non riescano a salire sul cassero o verremo tutti trucidati.

— Non temere, — rispose il chinese. — Qui non metteranno piede!... —

I pirati, abbandonate le canoe, salivano urlando ferocemente per spargere maggior terrore. Avevano circondata interamente la giunca e tentavano di scalarla aggrappandosi ai cordami, alle bancazze, alle àncore sospese a prora, alle cubie delle catene, alle sartie ed ai paterazzi.

I primi che riuscirono ad aggrapparsi alle murate, caddero con le teste fracassate dalla prima scarica, rovesciandosi addosso ai compagni che stavano sotto, i quali, a loro volta, precipitarono nelle canoe.

Quel primo smacco non era però tale da spaventarli. Altri salivano da tutte le parti, aiutandosi vicendevolmente, incoraggiandosi con clamori spaventosi, mentre i loro compagni che possedevano dei fucili, li scaricavano facendo un gran fracasso inoffensivo.

A prora ed a poppa, gli spari si succedono agli spari con una rapidità prodigiosa. Le armi a retrocarica hanno buon giuoco contro quelle masse compatte che tentano di varcare le murate e di rovesciarsi in coperta.

I pirati cadono a dozzine con le teste fracassate, ma altri prendono il posto dei caduti menando furiosamente gli scintillanti kampilang