Pagina:Salgari - Il Fiore delle Perle.djvu/122

Da Wikisource.
98 Capitolo quattordicesimo


— Lo credo, Pandaras, ma dimentichi i miei poveri compagni e tu ti sei scordato di darmi l’oppio per loro.

— Io te ne darò quanto vorrai. Ogni tuo desiderio sarà un ordine per me. —

Il capo dei pirati si alzò con fatica, avendo le gambe ancora tremolanti per l’effetto dell’oppio, condusse Than-Kiù in un angolo della stiva e da un nascondiglio trasse una palla grossa come un formaggio d’Olanda, già in parte intaccata, ne prese un pezzo grosso come due noci e glielo porse dicendole:

— È pei tuoi amici ed è del migliore, essendo il più delizioso che produce l’India. —

Prese poi due pipe, non possedendone di più e gliele diede.

— Grazie, — rispose Than-Kiù.

Salì in coperta e si recò dai suoi amici. Prima di giungere da loro, fece sparire in una tasca la maggior parte di quell’oppio, avendo la sua idea fissa.

La sera stessa, quando il praho si ormeggiò in mezzo al fiume, Than-Kiù, invece di scendere nella piccola cabina, per cenare in compagnia di Pandaras, si sedette a poppa del piccolo legno, in una attitudine di tale abbandono da richiamare subito l’attenzione del futuro marito.

— Stai male? — gli chiese premurosamente Pandaras. — La cena ci aspetta e tu rimani qui.

— Non ho fame, — rispose Than-Kiù.

— Cos’hai?...

— Sono triste, Pandaras.

— E per quale ragione?...

— Non lo so. Mi accade talvolta di diventare malinconica.

— Cosa posso fare per scacciare la tua tristezza?...

— Fa’ cantare i tuoi uomini.

— Se lo desideri, comanderò loro anche di suonare.

— Meglio, Pandaras; la musica mi rallegra presto.

— Vuoi che faccia cantare anche i tuoi compagni?

— Lasciali tranquilli, avranno sonno.

— Se tu lo desideri mi obbediranno e canteranno finchè piacerà a te.

— Basteranno i tuoi. —

Pandaras, a cui ogni desiderio o capriccio della giovanetta erano ormai ordini, si mise subito in moto per soddisfarla.

Chiamò in coperta i suoi uomini che avevano già divorata la magra cena composta di pane di sagu e di pesce secco bollito, condito con un po’ d’olio rancido di noce di cocco, e comandò loro di cantare