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Una notte terribile 129


il fumo, s’alzò più di mezzo fuori dalle acque contorcendosi come un immane serpente, vibrò un terribile colpo di coda sollevando una vera ondata, poi calò a picco come una scialuppa sventrata.

I suoi compagni, per nulla spaventati, invece di diventare più prudenti, restrinsero il cerchio ed un altro mosse arditamente all’assalto, ma Than-Kiù e Sheu-Kin lo mandarono a raggiungere il primo colle mascelle fracassate.

La terribile lotta era cominciata. I disgraziati, raggruppati sulla punta estrema dell’isolotto, stretti dorso contro dorso per resistere alla corrente ed immersi sino alle anche, si difendevano con disperata energia.

I lampi si succedevano ai lampi rompendo le tenebre ed illuminando l’orda famelica e le detonazioni rombavano incessantemente sulla deserta laguna.

Era uno spettacolo orribile, spaventevole, la vista di quei tre uomini e della valorosa giovanetta, circondati da quei mostruosi sauriani, che si precipitavano all’assalto di quel brano di terra, per banchettare colle carni dei difensori, mentre l’acqua saliva implacabile con sordi muggiti, gorgogliando sinistramente.

I rettili stringevano sempre le file e resi feroci per le perdite subite, replicavano gli attacchi con crescente violenza, avvicinandosi tanto da gettare in viso ai difensori i loro aliti caldi e fetenti. Guai per Hong e per i suoi compagni se quei bruti, invece di ostinarsi a mostrare le mascelle, si fossero voltati per far uso delle loro possenti code. Pochi colpi sarebbero bastati per spazzare via l’intero gruppo.

La lotta continuava. Hong, Than-Kiù ed i due loro fedeli compagni, facevano fuoco a bruciapelo, senza posa, fracassando e lacerando le mascelle e le gole degli assalitori. Quando si vedevano troppo stretti tempestavano quei corpi rugosi e corazzati con colpi di kampilang.

Ad un tratto Sheu-Kin e Pram-Li mandarono un grido di disperazione. L’acqua aveva raggiunte le loro cinture e le munizioni, già bagnate, non potevano più servire.

Hong si sentì imperlare la fronte d’un freddo sudore e gettò su Than-Kiù uno sguardo angoscioso.

— Siamo tutti condannati a morire? — si chiese con voce alterata.

Si curvò verso la fanciulla e dopo d’averle sfiorata la fronte con un rapido bacio, la sollevò e se la pose sulle spalle, dicendole:

— Tu sarai l’ultima a morire. —

Poi prese le sue munizioni che erano ancora asciutte e gliele porse, aggiungendo:

— Continua il fuoco, Than-Kiù. Noi lavoreremo coi kampilang. —

Allora si vide una scena ancora più terribile: quei tre uomini, che