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Una notte terribile 131


La punta estrema dell’isolotto cominciava allora ad apparire e più oltre si vedevano spuntare le cime delle canne che prima erano state tutte coperte. Anche le piante acquatiche della lingua di terra mostravano i loro ciuffi di foglie.

— Se è stato quel brigante di Pandaras ad aprire qualche canale od a rompere qualche diga per farci divorare dai coccodrilli, non sarà certo soddisfatto della sua infame opera, — disse Hong, deponendo a terra Than-Kiù. — Può vantarsi d’averci fatto passare un’ora d’angoscia, ma siamo ancora vivi ed in grado di fargli pagar cara la sua vendetta.

— Speri d’incontrarlo, Hong? — chiese la giovanetta.

— Io non lo so, tuttavia il cuore mi dice che fra me e lui tutto non è ancora finito.

— Forse ci crederà morti e divorati, ed avrà già abbandonato questi paraggi.

— Senza prima aver visitato l’isolotto?... Hum!... Io lo dubito.

— Non potrebbe più avvicinarsi, essendo la lingua di terra rimasta sott’acqua.

— Ha le canoe, Than-Kiù.

— Saremo adunque costretti a subire un altro assalto?... Come faremo noi, che abbiamo quasi tutte le munizioni bagnate?

— Non lo aspetteremo qui, stai tranquilla.

— Vuoi abbandonare questo isolotto?...

— E me lo chiedi?... Non abbiamo intorno a noi che pochi passi di terra, appena sufficienti per muoverci ed abbiamo perduto tutte le nostre provviste. Come vedi bisogna sloggiare al più presto per non morire di fame o finire davvero nel ventre dei sauriani.

— Ed in qual modo?... — domandarono ad una voce Sheu-Kin e Pram-Li.

— Vuoi traversare a nuoto la laguna? — chiese Than-Kiù.

— No, non avendo nessuna voglia di lasciare le mie gambe in bocca ai sauriani.

— Allora spiegati: tu vuoi farci morire d’impazienza, carnefice.

— Hai osservato, fanciulla, come i coccodrilli da noi uccisi l’altro giorno, dopo qualche tempo siano tornati a galla?

— È vero, e cosa vuoi concludere?

— Che ho trovato il mezzo per costruire un galleggiante che ci permetterà di lasciare questo dannato isolotto. Ehi, Pram-Li, vedi quel coccodrillo che galleggia col ventre in aria, in mezzo a quei canneti?

— Lo vedo.

— Va’ a prenderlo e rimorchialo qui, e tu Sheu-Kin impadronisciti