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160 Capitolo ventiduesimo


— Mi rincresce per le nostre provviste, — disse il malese. — Avevamo ancora mezza testuggine ed una coppia di grassi calaos, e la furba si divorerà tutto.

— Non avevo pensato a questo!... — esclamò Hong. — Ah!... Canaglia!... Ci saccheggia la dispensa!... Compiango Pram-Li che ci tiene tanto alle provviste!...

— Sì, burlone, — rispose il malese, ridendo. — Mi rincresce che la carne delle pantere sia molto coriacea per non rifarmi con quella.

— Badate!... — gridò in quel momento Than-Kiù. — La pantera sta per mostrarsi.

— Teniamoci uniti, — comandò Hong. — Chi fugge è uomo morto. —

La belva, divorato tutto ciò che aveva trovato e già ormai sazia, si preparava ad uscire per riguadagnare la foresta; vedendo però il gruppo dei suoi avversari, appena mostrata la testa dalla squarciatura, s’affrettò a retrocedere, mandando un sordo brontolìo.

Non essendo più affamata, cominciava a diventare prudente; altro non desiderando che di andarsene indisturbata a digerire il pasto nel suo covo.

Vedendola così irresoluta, i chinesi ed il malese presero maggior animo e pensarono di far pagare caro il saccheggio della loro dispensa.

— Giacchè non possiamo rifarci colla sua carnaccia, ci lasci almeno la sua superba pelle, — disse Hong. — È giusto che paghi lo scotto di quanto ci ha divorato.

— Uno scotto un po’ caro, — disse Than-Kiù. — Siamo peggiori degli antropofagi.

— Peggiori o migliori, andiamo a decapitare quella ladrona. Collochiamoci presso le due aperture coi kampilang alzati e appena mostra la testa picchieremo forte. Io e Than-Kiù ci metteremo presso l’apertura più stretta e voi due presso l’altra.

— Sì, andiamo, — dissero Sheu-Kin ed il malese.

— Badate che non si scagli fuori prima di giungere a posto.

— Ci terremo in guardia, Hong. —

Stettero prima in ascolto, poi non udendo alcun rumore si divisero in due gruppi e tenendosi riparati dietro ai tronchi degli alberi ed ai cespugli, giunsero ben presto presso le pareti della capanna, mettendosi in agguato ai lati delle due aperture.

La pantera, contrariamente alle sue abitudini battagliere, non si era mossa. Probabilmente si teneva più sicura dentro la casa che fuori, dove l’attendevano quattro avversari armati di quei grandi sciaboloni.

La si udiva però brontolare e grattare le pareti colle robuste unghie, come se cercasse di aprire qualche nuova apertura.