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Un amico misterioso 205


non lo voglio. È il Fiore delle perle che ti prega. Aspettiamo l’amico di Tiguma.

— Cosa speri, Than-Kiù?

— Chissà?.. Attendiamo!... —

Quasi nel medesimo istante verso l’opposta estremità della galleria, si udirono delle voci umane.

— Vengono!... — disse il malese, slanciandosi a quella volta.

— Sì, vengono, — confermò Sheu-Kin.

— Ebbene, andiamo ad incontrarli, — disse Hong, con voce minacciosa.


Capitolo XVIII

Il passaggio del Bacat

Onde non farsi ferire da qualche freccia avvelenata, Hong fece spegnere innanzi tutto la fiaccola, poi, dopo aver pregato Than-Kiù di non allontanarsi dal buco e di nascondersi dietro ad un grosso gruppo di stalagmiti che univano il suolo alla vôlta della caverna, cogli altri si spinse audacemente verso la galleria, risoluto a contrastare ostinatamente il passo agli invasori.

Un po’ di fumo entrava radendo la vôlta del passaggio, ma aveva ormai molto perduto della sua acrità e poi bastava abbassarsi contro il suolo per evitarlo completamente.

I quattro uomini, soffocando a grande stento qualche colpo di tosse, onde non tradire la loro presenza, giunsero ben presto all’ingresso della galleria, non ostante le tenebre che li avvolgevano.

— Tutti a terra, — disse Hong, sottovoce. — È il miglior mezzo per evitare le frecce.

Ciò detto accostò un orecchio al suolo, ascoltando con grande attenzione.

— Odo un lieve rumore, come di corpi che strisciano, — disse a Pram-Li.

Non aveva ancora terminato che all’opposta estremità della galleria si udirono dei colpi di tosse malamente soffocati.

— Il fumo li tradisce, — mormorò Hong. — Pare che morda anche le loro gole.

— Sono ancora lontani, — disse Pram-Li.

— Si vede che non osano avanzarsi rapidamente, — rispose Hong. — Ci temono; buon segno.

— Andiamo innanzi noi? — chiese il malese.