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282 Capitolo trentacinquesimo


pidamente l’incontro. In quel supremo momento il suo viso non esprimeva nè angoscia, nè trepidanza; persino i suoi occhi avevano ricuperato il consueto splendore, sereno e tranquillo.

Era appena trascorso mezzo minuto, quando vide sbucare da una folta macchia un uomo. Lo riconobbe subito: era Romero, era l’uomo che ella aveva così immensamente amato sui campi dell’insurrezione, l’uomo che avrebbe dovuto farla felice e che invece le aveva infranta l’anima e ucciso il valoroso Hang-Tu, l’eroe della nazione degli uomini gialli.

Non era però più il bel mulatto d’un tempo. Le fatiche, le privazioni, la prigionia ed il sole torrido l’avevano assai dimagrito. S’avanzava lentamente, col capo chino, come se fosse immerso in tristi pensieri, portando sulle spalle un quarto di babirussa e appoggiandosi ad un nodoso bastone colla punta ferrata.

Nel vederlo, Than-Kiù, malgrado la sua indomabile energia, sentì risvegliarsi nell’anima l’antica passione, sopita ma non del tutto vinta, sebbene avesse ormai dato il suo cuore a Hong. Vacillò, ma fu un lampo. Si rammentò tutto d’un colpo delle sofferenze passate, della morte del fratello, dell’abbandono, della notte fatale e provò un impeto d’odio per quell’uomo che dopo d’averla tanto amata, l’aveva abbandonata per la donna bianca, sia pure in causa di fatali circostanze.

Facendo appello a tutta la sua energia, fece rapidamente alcuni passi innanzi e s’arrestò di fronte a lui, dicendogli:

— Mi riconosci?... —

Il meticcio, che di nulla si era avveduto, tanto era immerso nei suoi pensieri, alzò vivamente la testa, fece due passi indietro, lasciando cadere a terra il bastone ed il babirussa, ed impallidì, esclamando con voce tremula:

— Tu!... —

Si stropicciò energicamente gli occhi, ripetendo ancora:

— Tu!...

— Sì, sono il Fiore delle perle, la sorella di Hang-Tu, — rispose la giovane.

— La sorella di Hang-Tu!... — ripetè il meticcio come trasognato. — Hang-Tu!... —

Tacque un istante, poi fissando con due occhi smarriti il Fiore delle perle, le chiese con voce singhiozzante:

— È vero che è morto Hang-Tu?...

— Sì, — rispose Than-Kiù, con accento cupo. — La tua amicizia è stata fatale all’eroe degli uomini gialli, come è stata fatale alla povera fanciulla del paese dei lillà.