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42 | Capitolo sesto |
— No, vivaddio!... Le guardie possono attendervi un bel po’ per conto mio. Chi doveva condurvi a Mindanao?
— La giunca che avete veduta fuggire.
— Dove la ritroverete?
— Questa notte, alle dodici, tornerà qui e mi segnalerà la sua presenza con due razzi.
— Sta bene, fanciulla. Per oggi voi ed i vostri compagni sarete miei ospiti, e questa sera partirete.
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Alla sera, poco prima della mezzanotte, il colonnello e Than-Kiù, appoggiati al parapetto superiore del forte, presso un grosso pezzo d’artiglieria che con la nera gola pareva minacciasse l’orizzonte occidentale, attendevano il segnale del vecchio chinese.
La notte era limpida e chiara, illuminata da una splendida luna piena, la quale scintillava sopra il mare che aveva dei tremolìi argentei e l’aria era dolce, molle, quasi tiepida. Than-Kiù, coi gomiti appoggiati al parapetto, guardava in silenzio le stelle che salivano a migliaia e migliaia sull’orizzonte, mentre il vecchio soldato, appoggiato al cannone, fumava flemmaticamente la sua sigaretta, seguendo con occhio distratto le bianche nuvolette di fumo.
Non parlavano, ma di quando in quando gli sguardi melanconici della giovane chinese si staccavano dal mare e si fissavano sul colonnello, il quale rispondeva con un gesto della mano che voleva significare:
— Abbiate pazienza; non è ancora mezzanotte. —
Than-Kiù riprendeva le sue osservazioni, scrutando quella linea indefinita dove pareva che l’oceano toccasse il cielo, ma nessun segnale brillava, nè alcun punto nero appariva sui flutti argentei.
— Che sia loro toccata qualche sventura?... — chiese ad un tratto. — Dovrebbero già essere vicini.
— Saranno prudenti, — rispose il colonnello.
— O che le due scialuppe abbiano mandato qualche cannoniera ad inseguirli e catturarli.
— Non ne è passata alcuna dinanzi al forte, quindi nessuno li avrà molestati.
— Ho delle vaghe paure, colonnello.
— E quali?... Non siete sotto la mia protezione? Anche se la giunca non ritornasse, vi farei imbarcare io su qualche veliero in rotta per Mindanao.
— Quanto siete buono.
— Apprezzo i valorosi come voi.