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Un uomo gelato vivo 117


È meglio che tu ti arrenda senza fare tanto chiasso, che sarebbe d’altronde assolutamente inutile.

Non temere però nè pel tuo denaro, nè per quello del tuo padrone: la cassa della gaida non ne ha bisogno, almeno per questa sera. —

L’intendente, che sapeva che razza di ladri erano gli Hoolygani, udendo quelle parole, respirò a lungo.

— Che cosa volete allora da me? — chiese, titubante. — Assaggiare lo champagne o lo sliwowitz del mio padrone? Sarò ben lieto di potervi offrire le bottiglie più vecchie.

— Quelle le berremo più tardi, — rispose l’atman. — Pel momento abbiamo da trattare affari più importanti, mio caro Stossel. —

Poi, alzando la voce, disse:

— Signori, entrate!... —

Ranzoff, Boris, Wassili, i loro compagni ed i quattro Hoolygani della slitta fecero irruzione nell’elegante salotto.

L’intendente era rimasto immobile, appoggiato alla tavola, guardandoli uno ad uno, cogli occhi dilatati dallo spavento.

— Non inquietarti, — disse l’atman con voce ironica. — Questi sono tutti miei conoscenti e anche della vezzosa Olga. —

Stossel guardò macchinalmente la ragazza e la vide seduta tranquillamente dinanzi al caminetto crepitante, intenta a scaldarsi per bene le mani.

— Ah!... Miserabile creatura!... — gridò, tentando di slanciarsi.

Pugno di ferro, che gli si era collocato dietro, lo costrinse a piegarsi sotto la formidabile pressione del suo braccio.

— Sii buono, se non vuoi che ti spezzi in due, — disse il gigante. — È pericoloso scherzare coi membri della gaida degli Hoolygani. —

L’intendente si era appoggiato alla tavola, pallido come un morto, ansando affannosamente.

— Che cosa si vuole dunque da me? — chiese, con voce strozzata.

— Te lo diranno quei due signori, — disse l’atman, indicando Boris e Wassili.

L’intendente fissò l’ingegnere, poi l’ex-capitano della Pobieda e si passò una mano sulla fronte, come se cercasse di risvegliare dei lontani ricordi. Gli pareva di aver veduto ancora quei visi, ma quando e dove?

— Ci riconosci? — chiese Wassili.

— Mi pare di avervi veduti, — rispose l’intendente.

— Dove?

— Non lo so.