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Un nuovo disastro 249


Si udì un sibilo acuto, stridente, sinistro, immediatamente seguìto da un rombo assordante pari a quello di cento tuoni riuniti.

Erano i sei pezzi da 203 ed i dodici pezzi da 76 del Tunguska che sparavano contemporaneamente sulla macchina volante.

Per cinque minuti lo stesso rombo continuò implacabilmente senza la tregua d’un solo secondo; la detonazione secca e vibrante dei piccoli calibri da 76 si univa allo scroscio di gragnuola delle mitragliatrici, e su tutti dominava, possente, il fragore dei sei pezzi da 203 che sparavano tre colpi al minuto, colla regolarità di una salve di esercizio.

Il block-house, entro cui si trovavano il baronetto, il comandante dell’Orulgan e gli ufficiali, vibrava come una campana: il parlarsi era impossibile.

Teriosky ad un certo momento fece un gesto e scrisse sulla tavoletta di lavagna:

— Dite in macchina di arrestare immediatamente: siamo a cinquecento metri dal nemico. Ordinate il fuoco ai grossi pezzi da 305 ed ai capi pezzi dei 203 di caricare con proiettili perforanti... —

Alcuni secondi dopo si udì lo spaventevole scoppio dei 305. Il block-house tremò tutto e la vampata del pezzo di prora lo riempì di vapori nitrosi, asfissianti.

Il baronetto, sempre affacciato alla spia, guardava, facendo gesti di rabbia.

La macchina volante era uscita dalla terribile prova del fuoco assolutamente incolume.

Volteggiava nello spazio con rapidità fantastica, ora girando su sè stessa come una trottola, ora abbassandosi verso l’oceano o balzando a mille o millecinquecento metri, in modo da rendere assolutamente nullo quel formidabile sperpero di proiettili.

Passarono due o tre minuti. I due pezzi da 305 sparavano una seconda volta, mentre gli altri calibri continuavano il fuoco accelerato.

La macchina volante ancora una volta era sfuggita al fuoco e si precipitava contro l’incrociatore.

Il baronetto si asciugò la fronte che si era coperta di sudore, poi scrisse rapidamente sulla lavagna:

— Cessate il fuoco! —

La sirena fischiò, le suonerie elettriche squillarono. Il comandante continuò a scrivere:

— Arrestate le macchine!... Fucilieri in coperta!... —

Il Tunguska si avanzò circa cinquecento metri, trasportato dal