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Un nuovo disastro 253


quattro baleniere, si udirono parecchi scoppi a bordo del transatlantico.

Una vera gragnuola di bombe cadeva sulla tolda, lanciate dall’invincibile Re dell’Aria.

L’agonia della nave, agonia terribile, spaventosa, era cominciata.

Quello splendido mostro d’acciaio, uno dei più grossi della Compagnia, che si era fatto ammirare in tutti i porti del golfo del Messico e che rappresentava un capitale d’un paio di milioni, non era più che un feretro galleggiante e ancora per poco.

Vampe gigantesche, causate da quella pioggia di granate, irrompevano furiosamente attraverso i ponti, divorando rapidamente gli alberi e le murate.

Trascorsero alcuni minuti, poi si udì un rombo e là carena del transatlantico si aperse, lanciando in aria una immensa nuvola di vapore e di fumo.

Parve l’aprirsi d’un vulcano.

Il mare si sollevò all’intorno come agitato da una convulsione sottomarina.

Le caldaie erano scoppiate.

Un gorgo enorme s’aprì e lo scafo, dopo essersi rovesciato sul tribordo, s’immerse, mentre le fiamme si spegnevano rapidamente sotto la brusca invasione delle acque.

— È finita, — disse il baronetto. — Che cosa valgono queste formidabili artiglierie contro degli uomini che hanno trovato i mezzi di contendere alle aquile ed ai condor l’impero dello spazio? Potrò io un giorno prendermi la rivincita? Ecco la gran questione che forse l’Ammiragliato non ha nemmeno discussa.

Non ho che una speranza: di sorprenderlo e fulminarlo. Lo potrò io? —

La macchina volante, compiuta la sua distruzione, si era innalzata a tremila metri, continuando a volteggiare nello spazio, poi tutto d’un tratto prese uno slancio immenso e si allontanò in direzione della costa americana, senza lasciare dietro di sé alcuna traccia di fumo.

Le scialuppe del transatlantico giungevano, una ad una, a bordo dell’incrociatore, scortate dalle due barche a vapore, essendo perfino troppo cariche di passeggieri e di marinai.

— Che cosa farete ora? — chiese Orloff al baronetto, il quale, ritto sulla prora, colle braccia conserte, pareva che tenesse sempre fissi gli occhi verso il luogo ove erasi affondato il transatlantico.