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Il vascello fantasma 297


Ad un tratto l’enorme massa si rovesciò sul dorso. La balena era morta.

— Andiamo a raccogliere il nostro latte, — disse Ranzoff. — Le mammelle sono ben gonfie e ne trarremo parecchi barili.

— Povera bestia! — dissero Rokoff e Fedoro.

— La lotta per l’esistenza è così, miei cari signori, — rispose il capitano dello Sparviero. — Da che il mondo ha creato degli esseri, il più forte ha sempre ucciso il più debole. —


CAPITOLO VII.

Il vascello fantasma.

Quarant’otto ore dopo l’uccisione della balena, lo Sparviero, il quale era disceso sempre verso il sud con grande velocità, giungeva in vista di Trinidad, l’isola del favoloso tesoro.

Come quasi tutte le terre emerse nel seno dell’Oceano Atlantico, il gruppetto di Trinidad è di natura vulcanica e di difficile approdo, anche alle più piccole navi, essendo circondato di scoglietti pericolosissimi ed avendo le sue isole le coste quasi dappertutto tagliate a picco.

Esso si trova a circa trecento miglia al nord del Tropico del Capricorno e ad un migliaio di miglia a levante di Rio Janeiro, la capitale del Brasile.

Come già abbiamo detto altrove, è di formazione vulcanica al pari di Ascensione, di Picos, e d’altri isolotti, però non è assolutamente arida, anzi ha delle minuscole vallette verdeggianti.

Trinidad, che è la più grossa del gruppo, è lunga appena tre miglia e larga uno e mezzo, e malgrado i numerosi tentativi fatti dagli inglesi e dai brasiliani per colonizzarla, è sempre rimasta deserta e lo è ancora oggidì.

Solo di quando in quando vi approdano dei cacciatori per fare delle vere ecatombi di uccelli marini, specialmente di gabbiani, di procellarie, di sterne.