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Il vascello fantasma 299


Dopo aver percorso un centinaio di passi, camminando su dei veri strati di uova, anzi su delle gigantesche frittate, — come diceva scherzando Rokoff, — raggiunsero l’orlo occidentale della piattaforma.

Una splendida veduta si offerse tosto agli sguardi degli esploratori.

L’oceano si stendeva dinanzi a loro, scintillante sotto gli infuocati raggi di sole che cadevano quasi a piombo, percorso solamente da miriadi di uccelli marini, folleggianti sulle creste o nei cavi delle eterne ondate dell’Atlantico.

Al sud si delineava nettamente, sul luminoso orizzonte, l’isola di Martino Vaz, col suo contorno di scogliere e le sue rocce imponenti e quasi inaccessibili.

Più oltre sporgevano dall’acqua miriadi d’isolotti minuscoli, ormai corrosi, impiccioliti, dall’azione incessante dei cavalloni.

Un’aria purissima, vivificante, impregnata di salsedine, giungeva a piccole raffiche fino sulla cima della piattaforma, dilatando i polmoni.

— Ecco un posto meraviglioso, — disse il cosacco, che non stava mai un momento zitto. — Non mancano nè uccelli, nè frittate. Che cosa potrebbe desiderare di più un Robinson?

— Un fedele Venerdì e degli antropofaghi che gli guastino i sonni, — disse Fedoro.

— Che cos’è questo Venerdì?

— Il servo di Robinson Crosuè.

— Ah!... Io non me ne intendo di queste cose. Quel signore è sconosciuto nella steppa.

— Scendiamo per di qua, — disse in quel momento Ranzoff, dopo d’aver osservato attentamente i cornicioni che si prolungavano in buon numero sotto il margine estremo, uniti fra di loro da una serie di canaloni. — Vedete la frana laggiù?

— Sì, — risposero ad una voce i suoi compagni.

— Liwitz, hai portato delle torce?

— Ne ho una mezza dozzina con me, — rispose il macchinista.

— Seguitemi e badate bene dove posate il piede, perchè chi cade ruzzolerà fino in mare e si fracasserà sulle scogliere.

— Se non verrà divorato dai pesci-cani, — aggiunse Rokoff, il quale aveva veduto emergere parecchie code in vicinanza degli scoglietti.

Sorreggendosi l’un l’altro e procedendo con mille cautele, scesero attraverso il primo canalone, raggiungendo felicemente la piccola piattaforma inferiore.

La frana che aveva coperto la caverna del tesoro, tante volte cer-