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Gli avventurieri canadesi 325


una macchina volante, tutti quegli uomini non finivano di fare gesti di stupore scorgendo sopra di loro quella massa oscura che proiettava quello splendido fascio di luce.

Al mattino, quando lo Sparviero fu finalmente visibile, un gran grido di meraviglia s’alzò dalla tolda del piroscafo, seguìto subito da urrah formidabili.

Marinai e avventurieri pareva che fossero impazziti.

Ranzoff, per far meglio ammirare loro la sua meravigliosa macchina, fece fare allo Sparviero parecchie evoluzioni, poi lo lanciò a tutta velocità verso il sud, percorrendo una ventina di miglia in pochi minuti, dopo aver segnalato al piroscafo di seguirlo su quella rotta.

— Io sono convinto che con quegli uomini potremo compiere dei veri miracoli, — disse il cosacco a Boris ed a Wassili. — Bei pezzi d’uomini!... Sono tutti così i canadesi?

— Quasi tutti, — rispose l’ex-comandante della Pobieda. — E che famosi tiratori soprattutto!

Dove mirano, colpiscono sempre.

— Allora assisteremo ad una epica battaglia fra i nostri e gli avventurieri del barone.

— Se sarà possibile, la eviteremo, caro signor Rokoff, — disse il capitano dello Sparviero.

— Voi avete qualche idea, avete detto.

— Sì, — rispose Ranzoff, — anzi ne ho parecchie.

— E se fuggissero ancora? — disse Wassili.

— Con che cosa amico?

— Hanno una torpediniera d’altomare quei banditi.

— Appunto perciò io ed il signor Boris abbiamo fatto l’acquisto d’una torpedine. Non hai veduto tu imbarcare una cassa?

— Sì, Ranzoff.

— Ebbene là dentro vi sta un buon siluro, capace di far saltare anche un incrociatore, sebbene non abbia le lunghe dimensioni degli altri. È una scoperta americana.

— Purchè invece non torpedini il nostro piroscafo.

— Agiremo colla massima prudenza, e poi non ci siamo anche noi? Con una mezza dozzina di bombe faremo presto a disfarci di quella piccola nave, — rispose Ranzoff.

Wassili lo guardò con sorpresa.

— Non ti comprendo, amico, — disse poi. — Se hai ancora di quelle terribili bombe, non trovo il motivo...