Pagina:Salgari - Il Re dell'Aria.djvu/5

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CAPITOLO I.

Una misteriosa spedizione.

— Alto!... Guarda coste a prora!...

— Ah!... Quegli squali del malanno!... Sempre essi dappertutto, intorno a questa maledetta isola!...

— Ed è la terza notte che facciamo ritorno allo Sparviero colle pive nel sacco. Hanno cento occhi dunque?

— E quell’ubbriacone di Bedoff che cosa fa?

— Si sarà addormentato dinanzi alla sua bottiglia di acquavite di segale, mio caro Liwitz.

— Eppure lo hai pagato, Ursoff?

— E profumatamente; il capitano dello Sparviero ha la borsa sempre aperta.

— Silenzio, chiacchieroni! — disse una terza voce. — Credete che non vi siano sentinelle intorno all’isola o che mettano dei sordi a guardia delle baracche? Badate che noi corriamo il pericolo di venire fucilati come selvaggi dell’America. —

Un uomo di forme erculee, con una lunga barba rossastra, si era alzato a poppa della scialuppa, che scivolava dolcemente, senza produrre quasi alcun rumore, sulle fosche acque delle stretto di Tartaria sbattute dal nevischio che cadeva abbondantemente.

Era un bel tipo di vecchio nordico, sui cinquantacinque o sessantanni, sul quale però pareva che il tempo non avesse fatto ancora dei gravi guasti.

Aveva i capelli ancora bellissimi, la fronte spaziosa, coperta bensì di rughe profonde, gli occhi d’un azzurro cupo che nulla avevano perduto del loro splendore. Vedendolo alzarsi e fare un cenno colla destra, i sei marinai che formavano l’equipaggio della scialuppa, sei giovanotti dalle muscolature potenti, avevano interrotta la conversazione.