Pagina:Salgari - Il re della montagna.djvu/211

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heran ha salutato sciàh il legittimo successore, il prode Nadir. Chi non lo riconosce è nemico della capitale, e se non lo salutate, domani le tribù militari della pianura di Sultanieh, i Curdi ed i Kadjars vi daranno battaglia!...

Un profondo silenzio accolse le parole del begler-beg, ma ad un tratto le truppe, che si erano schierate in ordine di battaglia sull’altipiano, prese da un improvviso entusiasmo, gridarono ad una voce:

— Viva l’erede di Luft-Alì! Viva Nadir sciàh!...

Poco dopo i ponti venivano abbassati e le truppe del Masen-Deran, che non avevano cancellato ancora il ricordo del loro antico signore, vilmente assassinato da Mehemet, si unirono ai milleduecento cavalieri del giovane re.

Nadir, che dall’alto dei bastioni aveva udito le grida delle truppe, e che aveva veduto i propri fedeli abbracciare i camerati del Masen-Deran, si volse verso la giovinetta, che si appoggiava sul suo braccio, e, baciandola in volto, le disse:

— Sei mia, Fathima adorata: ti offro il mio cuore e metà del mio trono.

— Ed io la mia vita Nadir — diss’ella.

— Vieni, mio raggio di sole: fra giorni Teheran ti saluterà regina di Persia; ma tu sola, poichè il tuo Nadir non potrebbe amare nessun’altra donna.