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22 emilio salgari

— Ma non sai tu che laggiù hai dei nemici che darebbero tutte le loro sostanze per ucciderti?

— Chi sono questi? Parla una volta e mi guarderò da loro.

— Non lo posso, Nadir... non lo posso. Odimi: io sono vecchio, ma so ancora maneggiare il kandjar... lascia che io vada invece di te.

— Mai!... Mai!... — esclamò Nadir.

— Sei proprio risoluto?

— Risolutissimo.

— E se io te lo vietassi?

— Non ti ubbidirei.

— E se ti pregassi?

— Mirza, — disse Nadir, — perchè tanta ostinazione? Non ho vent’anni io? Non sono forte io? Non ho dimostrato del coraggio io?

— Ma laggiù vi sono dei tremendi pericoli.

— Li eviterò, e appena salvato Harum tornerò da te.

— Me lo prometti?

— Te lo prometto.

— Giuralo.

— Lo giuro.

— Parti adunque, ma non scordarti che io ti attendo fra mille angosce.

Nadir staccò da un chiodo un magnifico kandjar coll’impugnatura d’oro e il fodero tempestato di grosse perle e lo passò nella cintura; indi si calcò bene in testa un pesante berrettone di pelle nera adorno d’un magnifico sciallo di kachemire.

— Addio, Mirza — disse. — Sarò prudente.

Il vecchio gli si avvicinò colle lagrime agli occhi e se lo strinse teneramente al petto.

— Nadir, figlio mio — disse. — Torna presto se non vuoi che io muoia di dolore.

— Appena avrò salvato Harum, tornerò quassù.

— Va’ adunque e che Allah1 ti protegga.



  1. Dio.