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162 | parte ii. — la grande prateria degli apaches. |
— È vero; pagava cinquanta dollari ogni capigliatura che veniva presentata dai cacciatori d’Indiani delle frontiere. Sperava con questo premio di distruggere le pelli rosse; ma s’accorse ben presto che sarebbero stati necessari centinaia di milioni e de’ veri eserciti, e lo soppresse.
— Era una atrocità, Sanchez.
— Ma necessaria, señor, per mettere un freno alle scorrerie degli Indiani. Voi ignorate le crudeltà inaudite commesse da quei piumati guerrieri dei deserti e delle grandi praterie. Quando irrompono in un villaggio delle frontiere, non risparmiano nessun abitante, e massacrano e scotennano vecchi, adulti, ragazzi e donne senza distinzione. La pietà non la conoscono quei terribili uomini, e se talvolta risparmiano qualche donna o qualche fanciullo, è per farli schiavi.
Pueblo, San Diego, El paso del Northe, Albuquerque e altri villaggi messicani, ne sanno qualche cosa di quelle scorrerie, e basta che si pronunzi dinanzi agli abitanti i nomi di Apaches, di Navajoes, o di Arrapahoes per vederli impallidire.
— E gl’Indiani californiani, hanno fatto pure delle scorrerie?
— Gli Yuta, si chiamano così, sono meno irrequieti dei loro fratelli dell’Arizona, del Nuovo Messico, dell’Utah e del Texas. Si sono ritirati sulla Sierra Nevada e se ne stanno tranquilli; ma guai ai minatori che cadono nelle loro mani, e lo sanno quelli che si avventurano presso le sorgenti del Sacramento e del San Gioachino, dove si trovano le tribù dei Pah-Yuti, ossia degli Yuti del fiume. Molti non ritornarono più alla costa, e quei pochi che furon così fortunati, non portarono alle loro case, le loro capigliature. Ma basta, señor, rimettiamoci in marcia e cerchiamo di raggiungere le grandi praterie dell’est ed il Cerro Gordo. —
La carovana, dopo un breve riposo, si rimise in cammino costeggiando le sponde settentrionali del lago, che erano coperte di colossali querce nere, di aceri, di ontani, di alberi del romice e di magnolie glauche alte più di trenta piedi, coperte di fiori bianchi in forma di rose, che esalavano acuti profumi.
Migliaia di uccelli popolavano quei boschi: erano pappagalluzzi, parrocchetti, gazze azzurre, lossie scarlatte e bande di centronztle, che sono specie di usignoli dal canto melodioso.