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capitolo vi. — la valle salinas. 167

lava nella valle Panamint, che si estende fino ai monti Telescopio, racchiudendo nel suo seno, al pari di quella Salinas, un lungo lago, ma tanto poco conosciuto, che nessuno mai pensò a dargli un nome, quantunque sia molto più vasto del Cerro Gordo.

Colà la selvaggina pareva abbondasse, poichè in mezzo al fitto tappeto di verdura, formato da zone di girasoli, di opunzie nane con fichi gommosi e di yucca, dalle cui radici si estrae dell’acqua eccellente, si vedevano fuggire lupi, gatti selvatici, coyotes e daini in grande numero. Sanchez scoprì anche le tracce recenti di una gran banda di bisonti, che pareva provenisse dalle rive del lago.

— Se il mio istinto non m’inganna, noi assaggeremo in breve della carne di bisonte, — diss’egli.

— È passata di qui qualche banda? — chiese il marchese.

— Sì, — rispose la guida. — Non vedete fra quelle erbe degli scheletri giganteschi che sembrano appena ripuliti, e sopra i quali volteggiano i falchi e le aquile?

— Infatti ne scorgo taluni che sono ancora rosseggianti. Che gli Indiani abbiano assalito i bisonti?

— Non lo credo.

— Forse i bisonti si mangiano fra loro? Non lo crederò mai, Sanchez.

— Gli hanno mangiati i lupi. —

Il marchese guardò Sanchez con sorpresa.

— I lupi! — esclamò. — Forse osano assalire quelle grandi bande di animali giganteschi?

— No, assalgono quelli che rimangono indietro. Alcuni bisonti diventano tanto grassi, da non poter seguire i loro compagni nelle emigrazioni, nè difendersi. Abbandonati in mezzo alla prateria, vengono assaliti dai lupi che si radunano in grosso numero e divorati ancora vivi.

— Talvolta hanno dell’audacia quei carnivori.

— Sì, ma quando sono in molti. Allora osano aggredire anche le truppe di cavalli selvaggi per divorare i piccini; ma parecchi di loro vi lasciano la pelle, poichè gli assaliti si difendono disperatamente a calci. —