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capitolo ix. — combattimento a bordo, ec. 77

— Manda sei od otto uomini nella batteria ai due pezzi di babordo, e comanda agli altri di tenersi pronti ai bracci delle manovre onde prendere il largo. Riceveremo una e forse due bordate, ma si tureranno i buchi più tardi. Sbrigati!

— Che cosa volete fare? — gli chiese il barone, che l’aveva raggiunto.

— Tento di fracassare un albero alla goletta. Se vi riesco, siamo salvi. È finita la lotta contro i soldati?

— Non ne rimangono che cinque o sei in piedi.

— Andate a finirli e badate ai fucili dei soldati della goletta. Comincia a grandinare terribilmente! —

Infatti gli uomini del piccolo legno da guerra avevano aperto un fuoco infernale contro la tolda della nave negriera. Inerpicatisi sulle griselle, sui pennoni e sulle crocette, per meglio distinguere i nemici che si affollavano attorno ai pochi Inglesi che opponevano una disperata ma ormai inutile resistenza, scaricavano i loro fucili senza posa, ma non con molto successo, perchè la tema di colpire i loro camerati faceva andare a vuoto la maggior parte delle palle.

Nunez, tenendosi al riparo della murata di poppa per non ricevere una scarica nel capo, puntò rapidamente il cannone da caccia sulla goletta, mirando con profonda attenzione. Corresse due o tre volte la mira, poichè il piccolo legno continuava ad avvicinarsi, poi accostò la miccia e diede fuoco.

Una formidabile detonazione scosse l’Albatros, seguìta poco dopo da urla di rabbia e da un grido di trionfo.

— Siamo salvi! — gridò Nunez. — Ai bracci delle manovre, ragazzi, e voi altri della batteria, fuoco di bordata!... —

E potevano infatti considerarsi salvi, poichè la goletta non era più in grado, almeno per parecchi giorni, d’inseguirli. Il suo albero di maestro, spaccato alla base dalla palla del pezzo da caccia dell’Albatros, era precipitato attraverso il ponte con orribile fracasso, ingombrandolo di corde e di vele e precipitando in mare i tiragliatori che si erano inerpicati sulle griselle, sulle crocette e sul picco della randa.

Per colmo poi di fortuna, quasi nel medesimo istante cadevano