Pagina:Salgari - Il re della prateria.djvu/9

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capitolo i. — il negriero. 3

con tanta polvere, armi e botti di rhum più o meno annacquato. Ma capirete che noi marinai siamo tutti curiosi, e vogliamo sapere esattamente dove si va, se non dove si finisce.

— Siete diffidente, signor Nunez, — disse di Chivry con malumore. — Credevo di trovare in voi un uomo più risoluto e più spiccio. —

Il capitano spagnuolo alzò il capo, aggrottò la fronte e guardò fisso il suo compagno.

— Signor di Chivry, — disse con accento acre, — mi pare che voi andate troppo innanzi colle parole. Per mille fulmini!... Vi sfido a trovare un uomo più risoluto di me.

— Allora, perchè chiacchierate tanto ed esitate?

— Perchè ho le mie buone ragioni. Per guadagnare sessantamila piastre ci deve essere qualche grave motivo, ed io non voglio immischiarmi colle autorità brasiliane, giacchè m’immagino che l’affare che mi proponete debba essere contrario alle leggi.

— Sì e no, — rispose di Chivry con voce tranquilla.

— Ecco un enigma.

— Che vi spiegherò a metà.

— Finalmente! — esclamò lo spagnolo.

— Voglio degli schiarimenti prima.

— Parlate.

— È solida la vostra nave?

— Fu varata quattro anni fa nei cantieri di Cadice; si può quindi dire che è quasi nuova.

— Quanti uomini avete?

— Trenta.

— Che uomini sono?

— Eh, buon Dio, non avrete la pretesa che una nave negriera sia montata da onesti marinai.

— Anzi, meglio così.

— Sono bravi lupi di mare, raccozzati in tutti i porti del mondo, decisi a tutto, anche a fare i pirati se io volessi.

— Bella compagnia! Signor Nunez. — disse di Chivry ridendo. — Tanto meglio!

— Venite al fatto, ora, se non avete da farmi altre domande. —

Di Chivry si bagnò la lingua col bicchiere che teneva dinanzi,