Pagina:Salgari - Il tesoro del presidente del Paraguay.djvu/173

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— Va bene, — disse ad un certo momento. — Datemi il piede.

— Che ti colga un accidente! — gridò il mastro, e, non potendo muoversi, sputò contro lo stregone.

Due guerrieri afferrarono la gamba destra di Cardozo e l’alzarono. Il disgraziato, non sapendo ancora di che trattavasi, malgrado il suo straordinario coraggio, impallidì orribilmente e gettò un grido.

— Chetati, figliuol mio, — disse il mastro, che nondimeno era vivamente commosso. — Si tratta di una semplice incisione.

Lo stregone afferrò bruscamente il piede del ragazzo e praticò sotto la pianta una leggera incisione, penetrante però nello strato muscolare e che si estendeva dal dito pollice fino al tallone. Il dolore fu così lieve che Cardozo non mandò neanche un sospiro.

— Ecco fatto, — disse il mastro, che seguiva ansiosamente quella strana operazione. — Ti hanno fatto male, ragazzo mio?

— No, — rispose Cardozo. — Si direbbe che mi hanno fatto una leggerissima bruciatura.

— A me adunque.

Sporse spontaneamente il piede, e lo stregone gli fece l’istessa incisione. Subito i due prigionieri vennero lasciati liberi.

— Ma perchè ci hanno fatto questo segno? — chiese Cardozo, che si guardava il piede.

— Per impedirci di fuggire, — rispose il mastro, che si era prontamente rialzato.

— In qual modo? Vedo che io cammino abbastanza bene, marinajo.

— Sì, ma non potresti fare una marcia molto lunga, poichè il piede ben presto si gonfierebbe e ti darebbe tali dolori da forzarti ad arrestarti.

— Ma la ferita non si rimargina dunque?

— Sì; ma quel dannato stregone avrà cura di mantenerla sempre aperta. Ogni mattina verrà a visitare il nostro piede e la riaprirà con quel coltello che tu hai veduto.