Pagina:Salgari - Il tesoro del presidente del Paraguay.djvu/197

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— Non importa, — disse il mastro. — È lui, è il nostro gaucho: il cuore me lo dice.

Hauka, a cui premeva di non indebolire la sua retroguardia, rimandò indietro gli uomini della caccia e proseguì la corsa verso il nord, premuroso senza dubbio di raggiungere il Rio Colorado e di entrare nel territorio dei Pampas per avere nuovi alleati e forse per procurarsi notizie più precise sulla guerra che si combatteva sui confini Argentini.

Alle sette di sera, dopo una marcia di oltre sessanta chilometri, l’avanguardia si accampava presso le rive di un largo stagno salato, che sembrava deserto, contornato da piccoli boschetti, per entro ai quali si vedevano galoppare cavalli e buoi in gran numero, forse selvaggi o forse fuggiti dalle grandi estancias1 Argentine.

Furono accesi grandi fuochi per tener lontane le fiere che potevano trovarsi nei dintorni, si legarono i cavalli in circolo attorno ad alcuni pali piantati solidamente in terra, e si allestì la cena, composta di carne bollita e di poche radici che bene o male supplivano il pane.

Disposte alcune sentinelle agli angoli del campo, ognuno si affrettò a preparare il proprio letto, molto semplice e non troppo comodo per chi non vi è abituato: una corconilla per terra, resa più soffice dal pellon e dal sobre pellon, che servono di gualdrappa ai cavalli, e l’alta sella per capezzale.

Cardozo e Diego, ch’erano stati posti al centro del campo, fra una doppia fila di Patagoni, onde non saltasse a loro il ticchio di fuggire, dopo di aver subìto una dolorosa visita da uno stregone, che riaprì a loro le incisioni del piede, non tardarono ad addormentarsi a fianco delle loro carabine, alle quali per maggior precauzione avevano cambiato la carica.

Il sonno del mastro fu però di breve durata. Era inquieto, si voltava e rivoltava sulla sua coperta e di quando in quando si alzava per scrutare le vicinanze del campo e specialmente

  1. Grandi recinti dove si custodiscono pecore, buoi e cavalli.