Pagina:Salgari - Il tesoro del presidente del Paraguay.djvu/84

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non intendeva di accettare alcuna condizione; voleva una resa completa, minacciando, in caso contrario, di cominciare le ostilità.

— Manda al diavolo quel birbante, — disse Cardozo. — Se vuoi, m’incarico io di piantargli un buon confetto sul muso...

— E dopo ci faranno a pezzi, figliuol mio. Ah, se soffiasse un buon vento e ci fosse modo di alleggerirci!

— Buttiamo addosso a quelle canaglie la navicella, — disse il ragazzo. — E perchè no? La rete è solida: ci arrampicheremo su di essa, o ci metteremo a cavalcioni del cerchio di legno, e saliremo tant’alto da perdere di vista anche la prateria.

— Ben detto, ragazzo! — esclamò il mastro. — Orsù, non si perda un solo minuto.

— Signor Calderon, soffrite le vertigini? — chiese Cardozo.

— No, — rispose l’agente.

— All’opera dunque!

In quell’istante il pallone fece una nuova caduta, toccando col fondo della navicella le alte erbe della prateria; ma subito si rialzò di una trentina di metri.

Gl’Indiani, che si erano fermati in attesa del ritorno del capo, si precipitarono innanzi, empiendo l’aria di urla tutt’altro che pacifiche, alzando le lance e levando dalla cintura le loro navaje dalla lama larga e leggermente ricurva. Il capo, che si trovava più vicino all’aerostato e che temeva senza dubbio che la preda gli sfuggisse, afferrò la bola perdida e la fece fischiare attorno al proprio capo, facendole descrivere dei circoli vertiginosi.

— Attenti, amici! — esclamò Diego, che non perdeva d’occhio gl’Indiani. — Occhio alle bolas!

— Il primo che ne lancia una è uomo morto, — rispose risolutamente Cardozo, alzando la carabina e puntandola verso i cavalieri.

— Ben detto, figliuol mio: ma non perdiamo un solo istante, se ci preme la pelle. Voi, signor Calderon, prendete le pistole e questo pacco di munizioni e salite sul cerchio. Badate di non cadere, perchè non potremmo più raccogliervi.