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Nelle foreste brasiliane. 55

Una banda di rane tutte nere, che avevano le gambe posteriori lunghissime, aveva invasa la radura spiccando dei salti altissimi.

Erano delle parraneca, che si divertivano a gareggiare fra di loro, innalzandosi fino ai rami della summaneira.

Sono così agili e svelte che riescono sovente ad introdursi perfino nelle case, entrando per le finestre.

La truppa, sempre saltando disordinatamente, attraversò la radura e scomparve nel folto della boscaglia.

— Ci deve essere qualche palude o qualche laguna qui presso, — disse Alvaro. — Domani andremo a cercarla e tenteremo di procurarci del pesce. Ho portato con me degli ami e non sono un cattivo pescatore. —

Si diressero verso la pianta che avevano già adocchiata, i cui rami si piegavano sotto il peso di certe frutta che somigliavano a pigne, color verde.

Non avevano scelto male. Avevano messo le mani su un pinha, pianta preziosissima e tenuta in molta considerazione anche dagl’indiani essendo le sue frutta squisitissime, anzi le migliori che si raccolgano nei climi equatoriali.

Le pigne che produce in grande quantità, contengono infatti nelle loro squame interne una specie di crema biancastra, delicatissima e che non ha nulla da invidiare a quella dei durion della Malesia.

I due naufraghi in mancanza d’un cibo più solido ne fecero una scorpacciata, poi si rannicchiarono in una cella del summaneira che poteva contenerli comodamente, ed anche ripararli benissimo dall’umidità della notte.

Il sole era tramontato e le tenebre calavano rapidamente, oscurando la foresta già poco chiara anche in pieno giorno, in causa della impenetrabile vôlta di verzura che la copriva.

Mille strani rumori, che facevano sobbalzare il mozzo e trepidare anche Alvaro, cominciavano a udirsi sotto il cupo fogliame ed in mezzo ai foltissimi cespugli che formavano come una seconda foresta sotto le piante d’alto fusto.

Ora erano dei fischi acutissimi, interminabili, che parevano lanciati da fischietti e che rompevano improvvisamente il maestoso silenzio che regnava nella immensa foresta, come se centinaia di mastri di marina comandassero delle manovre; ora invece erano dei muggiti formidabili come se delle mandrie di buoi pascolassero sotto gli alberi; talvolta invece erano lunghi gemiti che diventavano strazianti oppure tocchi di campana o tintinnare di ferri.