Pagina:Salgari - La Città dell'Oro.djvu/280

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XIX.

Il pane degli indiani.

Il luogo ove avevano approdato era una lunga striscia di terra, larga forse venti metri, coperta di grandi alberi e che aveva dietro di sè una savana tremante d’una estensione così immensa che non si potevano scorgere i confini.

Su quell’istmo, che divideva le acque dell’Orenoco da quelle nere della savana, crescevano colossali bambù d’un diametro di uno o due metri; macchioni di spine ansara e di erbe taglienti che producono ferite pericolose; ammassi di calupi, piante le cui frutta tagliate a pezzi dànno una bevanda rinfrescante, e di calupi diavolo i cui semi, messi in infusione coll’acquavite, sono uno specifico contro i morsi dei serpenti; gruppi di niku, gambi sarmentosi simili alle liane, colla