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L'incantatore di serpenti | 317 |
fondità della foresta, si mise in cammino passando su un tratto di terreno lasciato libero. Vedendo che i compagni non lo seguivano, fece a loro un gesto energico che voleva dire:
— Venite, o siete morti!...
— Andiamo, — disse il piantatore, tergendosi il freddo sudore che bagnavagli la fronte. — Vicini a Yaruri, nulla abbiamo da temere.
Si misero dietro all’incantatore, il quale continuava a suonare. Subito tutti quei serpenti a loro volta si mossero, strisciando precipitosamente per non perdere una sola nota di quella musica.
— Yaruri! — disse Alonzo. — I rettili ci corrono dietro.
L’indiano fece col capo un gesto affermativo e continuò a camminare ed a suonare.
— Mille tuoni! — esclamò don Raffaele. — Cosa vuol fare questo dannato indiano?
— Non lo comprendete? — chiese il dottore.
— No.
— Vuole condurre l’esercito dei rettili contro Manoa. Quali nemici possono resistere a questo formidabile attacco?... Fuggiranno tutti, don Raffaele.
— E l’esercito ingrossa, — disse Alonzo. — Vedo altri serpenti accorrere dalle altre parti della foresta.