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La caccia al gorilla 91

— Comincio a crederlo anch’io, — disse Antao, — ma almeno la vendicheremo.

— Scorgi nulla, Asseybo?

— Non vedo che un piede del mpungu sporgere dalla piattaforma, — rispose il negro.

— Snidiamolo, Alfredo, — disse il portoghese. — Io non me ne andrò di qui, se prima non avrò la certezza che quella disgraziata non si trova lassù!

— Non ho alcuna intenzione di risparmiare il mostro, Antao. Tenetevi presso di me e non fate fuoco se non siete sicuri del colpo od il gorilla ci farà a pezzi.

In quel momento si udì in alto un sordo brontolìo ed i rami che formavano la piattaforma gemettero.

— In guardia, — disse Alfredo, scostandosi dall’albero e puntando in alto la carabina.

Il gorilla, accortosi della presenza dei tre cacciatori, cominciava ad irritarsi e manifestava la sua collera battendosi l’ampio petto, il quale risuonava come un tamburone. Ad un tratto comparve sul margine della piattaforma, ma per un solo istante; quell’apparizione fu rapida, ma bastò ad Antao per farsi un’idea dell’aspetto spaventoso di quei giganti delle foreste, allorquando sono irritati.

Il suo pelame grigio ferreo era diventato irto come quello di un gatto in collera; i suoi muscoli poderosi pareva che fossero raddoppiati di volume, mentre la sua brutta faccia manifestava una collera selvaggia, ripugnante, con quei suoi occhi infossati, grigi, ma che avevano uno strano splendore.

— Morte di Saturno!... — mormorò Antao. — È ben brutto quel diavolone di scimmia! —

Alfredo intanto cercava di scoprire il formidabile avversario per mandargli una palla nel cranio o nel petto, ma il mpungu, non giudicando fosse giunto il momento d’impegnare la lotta, si teneva riparato nel suo ampio nido, senza mostrare la più piccola parte del suo corpo.

La sua collera però aumentava di momento in momento. Non si batteva più il petto coi pugni, ma ora lanciava dei ruggiti, suoni strani che cominciano con una specie di latrato, che poi si cambiano in un sordo brontolìo e che finiscono in un ruggito infinitamente più potente di quello dei leoni e che pare non esca dalla gola, ma dalle ampie cavità del petto. Talora invece