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Il regno degli Ascianti 117

ricco della Costa d’Avorio ed anche il più potente, tale da far fronte a tutti i popoli vicini.

È anche la regione più salubre di tutta la costa, poichè il suo clima, sebbene sia molto caldo, non è malsano e forse si deve attribuire ciò alla quantità straordinaria dei suoi torrenti che scendono dalle montagne dell’interno.

In certe parti dominano, specialmente nell’estate, le febbri, ma non sono mortali come a Widah, a Porto Novo, nel Grande e Piccolo Popo e nei possedimenti inglesi e francesi. Nemmeno attorno alla capitale l’aria è insalubre, quantunque vi siano paludi e l’atmosfera sia sovente carica delle esalazioni pestilenziali, emanate da centinaia di cadaveri umani gettati sui letamai chiamati appetismi, specialmente dopo le feste del sangue che si fanno anche tuttora, alla morte di un monarca e durante l’incoronazione del principe successore.

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La piccola carovana, giunta sull’opposta riva del Volta, si trovò in mezzo ad un’altra foresta che pareva dovesse prolungarsi verso l’Afram, un grosso affluente di destra, formata per lo più da acacie mimose, alberi grandi quanto i nostri olmi e fors’anche di più, col tronco del diametro di due a tre piedi, colla corteccia azzurrognola, coi rami carichi di foglie lucenti che al calare del sole si piegano l’una sull’altra come le sensitive e munite all’estremità di certi nodi, dai quali escono dei piccoli tubi formanti un fiore complicatissimo, rassomigliante ad un calice e di tinta violetta.

Queste piante, molto apprezzate nel Sudan, ma trascurate dai popoli della Costa d’Avorio, producono gran copia di eccellente gomma, la quale trasuda dal tronco formando dei globi rossastri che pesano sovente perfino due libbre, quantunque quella materia sia leggerissima.

Oltre alle mimose vi erano pure macchioni di platanieri, di elais, d’alberi del cotone di enorme grossezza, di cedri, di datteri spinosi e di ebani popolati da bande di uccelli chiassosi e dalle penne variopinte e di scimmie di varie specie; di sicomori, di tamarindi già carichi di frutta rinfrescanti e di phavor, i quali producono delle frutta simili alle ciliegie ed egualmente saporite.

Asseybo, appena salita la sponda, cercò subito le tracce dei ladri e fu tanto fortunato di ritrovarle duecento metri sopra il