Vai al contenuto

Pagina:Salgari - La Costa d'Avorio.djvu/145

Da Wikisource.

Caccia ad un elefante 123

— Hanno avuto troppa paura dei nostri tizzoni infiammati e delle nostre scariche, per arrestarsi. Sono capaci di continuare la corsa fino all’alba.

— Allora possiamo sperare che abbiano incontrato i bianchi e che li abbiano fatti a pezzi.

— Sì, se ci seguivano sempre.

— Non vorrei essermi trovato al loro posto.

— Lo credo, Cobbena.

— Una bella fortuna, se ci fossimo sbarazzati di loro.

— Almeno potremo giungere tranquillamente ad Abetifi e vendere i loro effetti senza la tema di vederceli giungere addosso.

— Se quella dannata donna non avesse gettata via la sua fascia forse non avrebbero trovate le nostre tracce, è vero Amadù?

— Se avessimo saputo che parteggiava pei bianchi, non l’avremmo di certo condotta con noi, credendo di liberare una nostra compatriota, ma Kalani od il re s’incaricheranno più tardi di infliggerle la punizione che si merita. Quando ci saremo sbarazzati di quelle casse e avremo realizzata una bella cifra, ripasseremo il Volta e marceremo su Abomey quasi senza arrestarci.

— Sì, Amadù. Ormai non ci rimangono più dubbi sulla direzione degli uomini bianchi. Credevano d’ingannare le spie del re, ma invece troveranno Kalani pronto a riceverli. Orsù, torniamo. Abbiamo almeno cinque miglia da percorrere, prima di giungere all’accampamento. —

I due negri, ricaricati i loro fucili e certi ormai che gli elefanti avessero continuata la loro terribile corsa attraverso alla foresta, si rimisero in cammino a passi rapidi, allontanandosi verso l’ovest.

Quando Antao non li udì più, chiese ad Alfredo con stupore:

— E tu hai lasciato che se ne andassero, mentre avremmo potuto fucilarli colla massima facilità. Hai avuto torto, amico.

— No, Antao, — rispose il cacciatore. — I loro compagni, te lo dissi già, non vedendoli ritornare, si sarebbero facilmente immaginati che noi li avevamo o uccisi o catturati, e sarebbero fuggiti forse verso il sud, facendoci perdere ogni speranza di poterli raggiungere.

«Ora sappiamo che si recano ad Abetifi e che ci sono poco lontani, quindi non ci possono più sfuggire. Lasciamo loro credere di essere stati massacrati dagli elefanti o fatti a pezzi dalle formiche e li prenderemo più facilmente.