Pagina:Salgari - La Costa d'Avorio.djvu/159

Da Wikisource.

Sulle terre degli Ascianti 135

— Vale ancora meno, Antao.

— Ma quante divinità adorano questi popoli, se innalzano a tale onore perfino le piante?...

— Hanno una grande quantità di dei e tutti sono gli uni più strani degli altri. I principali però sono Bassomrù grande protettore dei palazzi del re e che consiste in una scatola di legno adorna d’oro e contenente piume, pezzi di varii metalli, perle di vetro, ecc.; Bassomprak che è il protettore del fiume omonimo, segnante la frontiera del regno verso il paese dei Fanti e si festeggia ogni mercoledì; Bassomunè protettore del lago che si trova a venti miglia dalla capitale si festeggia alla domenica e forse per tale motivo viene chiamato il feticcio dei bianchi; poi Tano che abita i boschi e che è ritenuto il più cattivo e molti altri rappresentati da pietre, da piante, ecc.

Ogni persona deve scegliersi un feticcio protettore e il giorno stabilito per la festa del dio, deve scrupolosamente astenersi dal bere vino di palma e dal mangiare certi cibi. Trascurando queste cose, ognuno ha il diritto di ucciderlo ed il suo cadavere deve essere privato della sepoltura e gettato invece in un carnaio qualunque, a pasto degli avvoltoi e dei corvi.

— Una religione da pazzi, insomma.

— Se non da pazzi, certo da selvaggi, Antao. —

Erano allora giunti a tre o quattrocento passi dalla città, dinanzi ad una grande tettoia un po’ cadente, che pareva avesse servito un tempo di riparo alle carovane provenienti dalle regioni del sud.

Alfredo fece cenno ai suoi uomini di condurre là sotto gli animali, poi rivolgendosi ad uno dei dahomeni, gli chiese.

— Conosci il dikero di Abetifi?

— No, padrone.

— Sai però dove abita?...

— No, ma sarà facile saperlo.

— Asseybo, — continuò Alfredo volgendosi al servo, — tu andrai con quest’uomo dal dikero e se sarà necessario anche dall’assafo oinè (capo della città) ed esporrai loro ciò che ci è accaduto, reclamando giustizia contro i ladri. Dirai loro che noi non siamo inglesi, ma europei amici della loro nazione.

— Sono pronto a partire, padrone, — rispose Asseybo.

— Non ho ancora finito. Coi negri nulla si ottiene se non vi sono dei doni. —