Pagina:Salgari - La Costa d'Avorio.djvu/175

Da Wikisource.

Attraverso la regione dei Krepi 149

È su quegli altipiani che sorgono le città più importanti del regno, Abomey che è la capitale, Kana detta la città santa dove sorgono le tombe dei re e dove si fanno i grandi sacrifici umani, Agu, Akpuel, Doko e Bobek, ma queste quattro ultime si possono considerare, più che città, grosse borgate.

Sulla costa invece non sorge che Widak, la sola città dove era permesso agli europei di soggiornare e di trafficare e dove pagavano i loro contributi al re in bottiglie di rhum e di cognac.

Pochi però erano, prima dell’occupazione francese, i dahomeni che entravano in questa città e non vi andavano senza manifestare un vivo ribrezzo, credendola contaminata dalla presenza degli Europei.

Una sola volta all’anno i preti si recavano colà in processione portando i loro feticci e per sacrificare, alle divinità marittime, una delle più belle fanciulle del regno, la quale veniva spinta in mare a pasto dei numerosi pescicani che infestano le spiagge della Costa d’Avorio.

La popolazione di questo regno, diventato così tristamente celebre per le sue barbarie, sembra composta di due razze distinte. Quella inferiore, composta per la maggior parte di schiavi rapiti ai paesi vicini, caratterizzata da una estrema bruttezza fisica e da un vero degradamento morale; quella superiore alla quale appartengono la famiglia reale e la classe dominante, caratterizzata da una intelligenza svegliatissima e da lineamenti regolari che s’avvicinano al tipo europeo.

Queste due razze non superano il milione d’anime, di cui i due terzi sono costituiti dagli schiavi, povere vittime che erano destinate a venire macellate nelle feste del sangue, quando mancavano i prigionieri di guerra.

Nazione eminentemente guerresca, il Dahomey ha sempre dato del filo da torcere ai suoi vicini, ai Togo, ai Krepi ed agli Yoruba. Per secoli e secoli si è mantenuto non solo indipendente, ma ha respinto vittoriosamente le aggressioni dei nemici, affermandosi come potenza militare valorosissima.

Cosa strana, forse unica in tutti i popoli non solo dell’Africa ma del mondo, la sua forza soprattutto veniva costituita dai suoi reggimenti di amazzoni, reclutate fra le più belle, le più robuste e le più crudeli ragazze del regno.

Allevate con estrema cura, rinvigorite con lunghi esercizi