Pagina:Salgari - La Costa d'Avorio.djvu/66

Da Wikisource.
52 Capitolo settimo

tenenti viveri, armi, munizioni e oggetti di scambio ricercati dalle popolazioni negre dell’interno, mentre gli schiavi concessi loro dal re stavano abbeverando mezza dozzina di ottimi cavalli che erano stati radunati nel cortile e che dovevano servire alla spedizione.

— Hai sparso la voce che noi andiamo nel paese degli ascianti? — chiese Alfredo.

— Credo che lo sappiano perfino i ragazzi — rispose Antao, ridendo.

— Benissimo. Ora possiamo cenare e riposarci. —


Capitolo VIII

La carovana

L’indomani allo spuntar dell’alba, Alfredo dava il comando della partenza, dopo d’aver lasciato un ricco regalo a Tofa per compensarlo dell’ospitalità e delle sue premure.

La carovana si componeva dei due bianchi, del loro servo, dei due dahomeni che erano giunti nella notte da Katenau e di sei cavalli carichi di casse e di pacchi, ma tutti di piccola dimensione, onde non imbarazzare gli animali nelle marce attraverso le folte foreste dell’interno.

I due dahomeni, ai quali era stato affidato l’incarico di occuparsi dei cavalli recanti il bagaglio della spedizione, erano due negri di alta statura, dall’aspetto intelligente, d’una robustezza a tutta prova; due uomini insomma che dovevano rendere dei preziosi servigi nelle selvagge regioni del loro paese.

Avevano accettato di buon grado di assumersi la pericolosa missione di condurre i due bianchi nel Dahomey e si erano mostrati soddisfattissimi delle promesse fatte dai loro nuovi padroni; di renderli cioè più tardi liberi, con un buon gruzzolo di denari e delle armi.

Prima che il sole s’alzasse dietro i grandi boschi dell’oriente, la carovana si trovava già lontana da Porto Novo, diretta al piccolo gruppo di capanne dove era stata lasciata l’amazzone, essendo intenzione di Alfredo di condurre con sè anche la gio-