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La carovana 55

cupando tutti i più piccoli tratti di terreno, confondendo i loro rami od i loro tronchi. Meno vivificate dall’aria e dal sole, si erano mantenute tuttavia ad altezze più modeste, formando una selva inferiore, la quale intercettava completamente i pochi raggi che potevano penetrare attraverso la prima vôlta di verzura.

Strani rumori echeggiavano in mezzo a quegli oscuri recessi della doppia foresta, dovuti per lo più alle numerose tribù di scimmie che l’abitavano. Di tratto in tratto era uno scoppio di formidabili urla che risuonavano come degli hu-u!... lanciati dalle scimmie mangabe, le quali posseggono tali polmoni da fare udire i loro concerti a parecchi chilometri di distanza; od uno scoppio di ruggiti paurosi che si sarebbero potuti scambiare per quelli emessi da una banda di leoni in furore, e che invece erano lanciati dai cinocefali, bruttissimi e pericolosissimi quadrumani; oppure erano urla lamentevoli, tristi, o grida acute, o latrati, o strida prolungate dovute ai colobo orsini, od ai satanassi, od ai cefi, scimmie molto comuni nelle folte foreste della Costa d’Avorio.

La carovana però non s’inquietava di tutti quei concerti scordati e proseguiva la sua marcia sfilando in mezzo a sentieri strettissimi aperti fra’ boschi e che Asseybo conosceva, essendosi più volte già recato nelle piccole repubbliche del Grande e del Piccolo Popo.

La regione che attraversava era deserta, essendo la Costa d’Avorio poco popolata in proporzione alla sua immensa estensione ed anche perchè i popoli si sono tutti addensati in prossimità del mare, per tenersi lontani dalle irruzioni che i dahomeni fanno annualmente per provvedersi di prigionieri da trucidare nelle feste del sangue.

Qualche piccolo gruppo di capanne talora appariva, ma nascosto nel più folto della grande foresta e lontano dal sentiero. Quelle piccole abitazioni di paglia o di foglie erano per lo più situate in prossimità dei macchioni delle palme d’elais o dei banani o dei cocchi, piante che somministrano il necessario per vivere a quei frugali abitanti.

Verso le 4 la carovana, che aveva marciato costantemente, giungeva in mezzo ad una vera foresta di bellissimi alberi che portavano dei grappoli di frutta della forma di un cetriolo.

— Ecco qui una foresta che sarebbe la fortuna d’una tribù di negri, — disse Alfredo, che cavalcava a fianco di Antao.