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La repubblica dei Popos 71

— Che se la mangino, ma che lascino tranquille le persone che hanno sonno. Ieri sera le zanzare ed ora gli sciacalli! Dannato paese!...

— Turati gli orecchi e cerca di riaddormentarti. Bisogna abituarsi a tutto. —

Antao cercò di mettere in pratica il consiglio del cacciatore, ma senza riuscirvi, perchè tutta la notte quel diabolico concerto durò, senza un minuto d’intervallo.

Gli uomini di guardia tentarono a più riprese di spaventare quegli animali sparando parecchi colpi di carabina, ma senza buon esito. Pareva che nelle vicinanze del canale esistesse qualche carnaio.

Antao, furioso per non aver potuto chiudere gli occhi un solo istante, appena cominciò ad albeggiare svegliò l’amico, per andare a cacciare quegli importuni.

Armatisi delle carabine e chiamato Asseybo che stava facendo l’ultimo quarto di guardia, si diressero verso il canale che distava sei o settecento passi dal campo.

All’incerta luce che biancheggiava verso oriente, la quale però si tingeva rapidamente di riflessi rossastri, scorsero presso le sponde del canale delle bizzarre costruzioni, disposte su di una lunga fila e che pareva si prolungasse indefinitamente.

Sembravano tettoie quadrangolari o meglio ancora palchi sorretti da quattro pali e sopra i quali si sporgevano confusamente delle masse informi, dalle quali pendevano degli stracci biancastri che il vento mattutino agitava disordinatamente.

Sotto quelle costruzioni si vedevano numerose bande di animali rassomiglianti ai lupi, lunghi dai sessantacinque agli ottanta centimetri, alti circa mezzo metro, col corpo robusto, le gambe alte, il muso da lupo, gli orecchi corti, la coda lunga e villosa ed il pelame giallo grigiastro a riflessi fulvi.

Tenevano i musi volti verso quegli strani palchi, e ululavano o urlavano con una costanza incredibile.

— Sono curioso, — esclamò Antao, — di vedere a chi fanno quella diabolica serenata quei dannati sciacalli.

— Credo d’indovinarlo, — disse Alfredo. — Asseybo, siamo ancora nel Gran Popo o siamo passati sul territorio del Piccolo Popo?...

— Nel Piccolo, padrone, — rispose il negro.

— Allora so di che si tratta, — disse Alfredo, ridendo.