Vai al contenuto

Pagina:Salgari - La Sovrana del Campo d'Oro.djvu/188

Da Wikisource.

— E’ il capo che lo manda ai visi pallidi, — disse il guerriero.

Slegò loro le braccia, lasciandoli però avvinti per la cintura ai pali, poi si sedette a breve distanza tenendo il tomahawk sulle ginocchia, per sorvegliarli. Anche gli altri indiani, dopo aver messi in libertà i mustani affinchè pascolassero, si erano seduti attorno ai fuochi, preparandosi la colazione.

Quella fermata non durò che mezz ’ora, poi tutti risalirono a cavallo costeggiando il Colorado, che in quel luogo era largo non meno di duecentocinquanta metri: le sue acque rossastre, cariche d’argilla, scorrevano formando grandi gorghi.

L’Orso Valente s’era messo a fianco di Annie e la guardava con particolare attenzione.

Ad un tratto, le chiese a bruciapelo:

— Non saresti tu la figlia della capigliatura lunga?

La fanciulla lo guardò con sorpresa.

— Tu mi hai già veduta?

— Mi pare, — rispose l’indiano.

— Mio padre lo chiamavano appunto la «capigliatura lunga».

How! how! — disse l’indiano con un sorriso. — L’Orso Valente ha buona memoria. Tu vai bene la mano d’un sakem.

— D’un capo, hai detto! — esclamò Annie, impallidendo.

— Tu non finirai al palo della tortura, come gli altri due. Ci sarò io a proteggerti.

— Che cosa vuoi dire?

Hug! — fece l’indiano, dardeggiando su di lei uno sguardo ardente. Poi spinse innanzi il cavallo, raggiungendo l’avanguardia.

— Siamo perduti tutti, — mormorò la disgraziata fanciulla con angoscia. — Quel miserabile ha fissati i suoi occhi su di me. Egli pensa di fare di me la sua squaw! (la sua donna). Preferisco la morte.

In quel momento si udirono delle grida lontane, accompagnate da latrati e da nitriti, giungere da una folta boscaglia, che si stendeva dalle rive del Colorado sino alle pareti granitiche dell’abisso.

G’indiani dell’avanguardia spararono alcuni colpi in aria, poi partirono al galoppo seguiti da tutti gli altri.

— Il villaggio degli Apaches è vicino, — disse Harris a Blunt, che cavalcava al suo fianco. — E’ là che si deciderà la nostra sorte.

— Signor Harris, vi confesso che comincio ad aver paura, — disse il povero scrivano. — Se queste tigri ci attaccassero davvero al palo della tortura?

— Confidiamo nella figlia di Victoria.

— Se fosse morta?

— Allora, mio povero amico, cercheremo di rassegnarci alla nostra sorte.

— O fuggiremo, signore.