Pagina:Salgari - La Sovrana del Campo d'Oro.djvu/217

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Annie si levò il coltello che portava alla cintura e lo gettò lungi da sè, dicendo:

— Le donne dalla pelle bianca non tradiscono l’amicizia, Lees-ka. Lasciami vedere la tua ferita: io ti curerò.

Il lampo cupo è feroce che brillava negli occhi della giovane guerriera si era improvvisamente spento.

— Tu sei troppo generosa, — le disse.

11 galoppo di parecchi cavalli si fece udire in quel momento e Victoria, seguito dai suoi sotto-capi, comparve.

Vedendo Annie in piedi e sua figlia a terra, aveva mandato un urlo selvaggio.

— Che il Grande Spirito ti maledica, figlia dei visi pallidi! — esclamò.

Le-es-ka si era rizzata sulle ginocchia.

— Padre, — disse — la figlia della Capigliatura Lunga mi ha risparmiata l’onta suprema di andarmene nel paradiso del Grande Spirito senza la mia chioma.

Una rapida commozione aveva alterato il viso del terribile guerriero. Guardò per alcuni istanti Annie, con stupore e forse con riconoscenza, poi se curvò sulla giovane indiana esaminando la ferita.

Dalla spalla destra, un po’ sopra la mammella, il sangue usciva a fiotti, macchiando la splendida mantiglia di pelle di montone.

— Il Grande Spirito ha vegliato su mia figlia, — disse. — La ferita non è mortale.

Poi, volgendosi verso i sotto-capi, aggiunse con voce solenne:

— Che lo Spirito del male mi strappi il cuore: che Wakondah mi neghi la caccia nelle praterie celesti e mi faccia morire di fame e che gli avvoltoi del Gran Cañon divorino il mio carcame, se io rinnegherò la mia promessa. Da questo momento io adotto la Capigliatura d’Oro e guai a chi la tocca.

Hug! Ha detto il gran sakem Victoria!


CAPITOLO XXVII


Il torrente sotterraneo


Mentre la Capigliatura d’Oro, grazie alla sua straordinaria audacia, salvava la propria vita, Harris e Blunt, precipitati quasi contemporaneamente nel torrente sotterraneo, lottavano disperatamente per cercare un passaggio che permettesse loro di riacquistare la libertà.

Avevano udito il grido della fanciulla, poi si erano sentiti trascinare via con velocità vertiginosa dalle acque, che scendevano dai fianchi del Gran Cañon, trasportati fra un’oscurità perfetta.