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54 Capitolo sesto


Il cetaceo stava per muoversi. Batté le sue immense pinne pettorali, descrisse un mezzo giro, presentando la testa ai nemici, poi affondò bruscamente formando un largo gorgo che attrasse, per parecchi metri, le due scialuppe baleniere.

I cacciatori si affrettarono ad allargarsi attendendo con viva ansietà la ricomparsa del gigante. Quantunque fossero tutti agguerriti contro simili pericoli e avessero fatto tutti le loro prove, mio cugino mi confessò che erano tutti pallidissimi, soprattutto i fiocinieri. Si sarebbe detto che erano stati presi da quella strana paura che colpisce sovente i balenieri quando si trovano a contatto con quei mostri; paura che paralizza talvolta le loro forze, compromettendo la loro salvezza.

D’improvviso, a circa sessanta braccia dalle due scialuppe, apparve sul mare un largo remolìo e poco dopo emerse un punto nerastro, l’estremità del muso del mammifero. Indi a poco si videro gli sfiatatoi, quindi la massa intera emerse quasi tutta d’un colpo, sollevando un’ondata circolare, la quale andò a rompersi, con sordo fragore, contro le due barche, sballottandole violentemente.

Il cetaceo lanciò subito due colonne di vapore, dapprima denso, poi più chiaro, quindi immerse nuovamente la testa scivolando a fior d’acqua per trenta o quaranta secondi.

Per otto o dieci minuti continuò ad immergersi ed alzarsi, poi tornò a galla, mettendosi a nuotare a babordo del brigantino.

Era il momento atteso dai balenieri per cominciare la terribile lotta. Il capitano Namdal s’avvicinò al cannoncino di prora, mirò il cetaceo per alcuni istanti, poi diede fuoco al piccolo pezzo.

La lancia partì sibilando e s’infisse profondamente nella grascia della balena, producendole una spaventevole ferita.

Il cetaceo subito non se ne accorse, ma otto secondi dopo, poiché tanti ne occorrono prima che quei giganti provino il dolore, mandava una formidabile nota metallica e s’inabissava fragorosamente.

Le due scialuppe s’erano affrettate a portarsi innanzi per finire il mostro prima che prendesse il largo.

Era tempo: la balena stava per riapparire, non più cetaceo mansueto, bensì tremendo e pronto alla lotta.