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Una fuga prodigiosa 131

tendosi con furore estremo. Sibilava rabbiosamente, vomitando dalle mascelle aperte della bava sanguigna ed i suoi occhi saettavano sguardi feroci.

Lottava col furore della disperazione, contorcendosi in mille guise, cercando di non venire trascinato e sferzando le pareti a colpi di coda, però i marinai non lasciavano la corda, anzi tiravano sempre con maggior lena, senza spaventarsi pei sibili del mostro.

Cordoba intanto si era rialzato, tenendo in pugno il machete messicano che portava alla cintola, un solido coltello dalla lama leggermente curvata e d’una tempra eccezionale.

Reso furioso pel pericolo corso, si scagliò a corpo perduto sul mostro e senza badare alle sferzate della coda, si mise a tempestarlo di colpi.

— Prendi, canaglia!... — urlava. — Questo per la paura che ho provata!... Questo pel brutto capitombolo che ho fatto e questo per mandarti a casa del diavolo!... —

Il serpente, quantunque fosse ormai vinto e quasi strangolato non cessava dal dibattersi, possedendo tali mostri una vitalità straordinaria, quasi pari a quella dei pesci-cani e degli orsi grigi. Il suo lungo corpo si contorceva sempre in mille guise spruzzando sangue dovunque e stendendosi violentemente ad ogni colpo di machete che il lupo di mare gli vibrava. Finalmente le sue mosse a poco a poco si rallentarono, i suoi sibili si spensero e la massa intera si adagiò sul suolo, scossa però ancora da una specie di fremito che faceva risuonare le scaglie dure, quasi ossee, contro le pareti rocciose della galleria.

— Pare che questo dannato abbia finalmente esalato l’ultimo respiro, — disse Cordoba.

Poi volgendosi verso il marinaio che aveva gettato così abilmente il laccio, gli disse:

— Grazie, mio valoroso; tu mi hai salvata la vita.

— Puoi bene ringraziarlo, — disse la marchesa. — Io ti credevo perduto, mio buon Cordoba.

— Se esitava un momento, il rettile mi afferrava fra le spire ed a quest’ora non sarei altro che un ammasso informe di carne e di ossa stritolate. Questi sucuruhyu sono veramente formidabili e fanno paura a tutti.

— Come si trovava in questa galleria?

— Sarà venuto per digerire qualche grossa preda.

— Allora l’uscita della galleria deve essere vicina, Cordoba.

— Lo suppongo.

— Che sia libera?

— Lo si vedrà. Non odo più alcuna detonazione echeggiare verso la torre e questo m’inquieta.

— Temi che abbiano scoperta la galleria?

— O che stiano cercandola, donna Dolores.