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L’assalto dei negri 165

— No, — rispose lo spagnuolo, che lo aveva imitato. — Non è con noi che sta per prendersela. Eh!... Udite?...

Un sibilo acuto si era udito a poca distanza dal gruppo di cedri, il sibilo d’un rettile in collera.

— Ora comprendo, — disse lo spagnuolo. — Ha scorto un serpente e sta per assalirlo. Là!... Lo vedete?... —

Il lupo di mare si alzò sulla punta dei piedi e attraverso i rami che lo nascondevano scorse un grosso serpente il quale si era già lestamente arrotolato, mostrando però minacciosamente la sua lancetta mobilissima ed i suoi due denti velenosi.

— È un serpente a sonagli, — disse lo spagnuolo.

— E non ha paura il vecchio cinghiale? — chiese Cordoba, stupito.

— Finirà col mangiare il crotalo, signore.

— Se viene morsicato morrà.

— V’ingannate; contro i porci il veleno dei serpenti non ha effetto.

— Ecco una cosa che difficilmente crederò, amico.

— Non avete mai saputo come si fa a purgare una piantagione quando è invasa dai serpenti?...

— No.

— Si conducono alcune scrofe coi loro piccini ed in pochi giorni s’incaricano di distruggerli tutti. Ah!... Guardate!... Guardate, signore!... —

Il crotalo scorgendo il suo nemico aveva svolte rapidamente le sue spire e si era alzato quanto era lungo, mentre la sua coda, battendo il suolo, faceva risuonare i sonagliuzzi cornei. Sibilava furiosamente ed i suoi piccoli occhi parevano mandassero fiamme.

Il vecchio cinghiale non pareva gran che inquieto per l’atteggiamento del rettile. Sicuro di se stesso, certo della vittoria, si era fermato a tre passi di distanza, guardandolo e battendo rumorosamente le lunghe zanne.

Ad un tratto si slanciò. Il rettile, pronto come un lampo, s’allungò per colpire ed iniettare il terribile veleno, ma il cinghiale si piegò bruscamente e ricevette il morso in una ripiegatura del ventre, nella parte protetta dallo strato grasso.

Il crotalo, dopo quel primo morso cercò di raccogliersi su se stesso. Il cinghiale non gli lasciò il tempo. Le sue mascelle si aprirono e si chiusero attorno al capo dell’avversario, mentre coi piedi anteriori pestava con furore la coda, schiacciandola completamente.

Quando vide che aveva cessato di vivere, si accovacciò mandando un grugnito di soddisfazione e si mise a divorarlo tranquillamente, senza preoccuparsi della ferita ricevuta, ferita mortale per qualunque altro animale e per l’uomo soprattutto, e assolutamente inoffensiva per lui.

Cordoba, che aveva seguito con interesse quello strano com-