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Attraverso la flotta americana 267

dibile. La leggerissima brezza che soffiava dalle montagne, portava fino sulla tolda del Yucatan l’olezzo acuto dei cedri e degli aranci in fiore, dei leandri, dei pergolati di gelsomini e dei cespi di rose africane.

La marchesa, appoggiata al bordo della rapida nave, contemplava muta quella splendida scena che le rammentava i tramonti del Messico, guardando le montagne che a poco a poco diventavano brune, poi nere, mentre le cime altissime assumevano tinte rosee d’una infinita dolcezza prima di diventare, a loro volta, oscure e le acque del mare che a poco a poco perdevano i loro scintillii d’oro per diventare color dell’acciaio sempre più brunito, sempre più cupo.

La voce di Cordoba la strappò da quella contemplazione.

— Il pericolo sta laggiù!... — disse il tenente.

— Dove? — chiese ella voltandosi vivamente.

— Guardate verso l’est. —

La marchesa fissò i suoi sguardi nella direzione indicata e sulla linea dell’orizzonte già quasi oscura, vide delinearsi, agli ultimi bagliori del crepuscolo, un grande pennacchio di fumo che saliva alto alto, formando come una nuvola nera.

— Le navi americane, — mormorò.

— Qualche esploratore, — rispose Cordoba. — Prepariamoci, donna Dolores. Fra due ore, con una rapida marcia, noi possiamo essere a Santiago.

— Non così presto, Cordoba. Entreremo dopo la mezzanotte. Facciamo i nostri preparativi intanto. —

L’Yucatan fu diretto verso la costa, entro una piccola baia che s’apriva in giusta direzione dell’Ojo del Toro e fece i suoi preparativi di combattimento.

Gli alberi furono fatti rientrare dopo d’aver staccate tutte le manovre, la coperta venne sgombrata, la ciminiera abbassata, ma le due torri furono conservate essendovi molte probabilità che le navi americane mandassero qualche palla a giusta destinazione.

Alla mezzanotte, dopo terminate quelle diverse manovre, furono aperte le valvole di poppa ed i serbatoi interni vennero riempiti, immergendo la piccola nave fino agli ombrinali della coperta. In quelle condizioni e colla oscurità della notte, vi erano molte probabilità che potesse sfuggire anche ai cannocchiali degli americani.

Caricato il pezzo e gli hotchkiss, verso l’una del mattino la nave lasciava tacitamente l’ancoraggio, filando a tutto vapore sotto la costa.

Colon con dieci marinai si era collocato a prora, presso il pezzo; la marchesa e Cordoba si erano cacciati entro la torretta di poppa, alla ruota del timone.

Tutti gli altri si erano coricati sulla tolda pronti a far tuonare gli hotchkiss ed i fucili.