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10 | Capitolo I |
pizzico di carbonato di potassa, ricavato dallo stelo della quinua, e di calce, il tutto impastato con un po’ d’acqua.
Per prepararsela masticano prima alcune foglie formando una pallottola, poi la impastano colla calce e col carbonato, quindi se la cacciano in un angolo della bocca impiegando il maggior tempo possibile per mangiarla, onde prolungare quella specie d’estasi che produce e che può anche calmare la fame per un tempo abbastanza lungo.
Il pasto stava per finire, quando dall’alto d’una rupe che scendeva a piombo sulla baia, si udì improvvisamente una voce a gridare:
— Laggiù!... Una balena!... All’isola Grofton!... —
Tutti si erano alzati, lasciando le scodelle e anche i fiaschi. Un uomo, ritto sulla cima della rupe, si sbracciava accennando al largo e gridando sempre: — Una balena!... Una balena!... —
Quantunque quei giganteschi cetacei siano anche oggidì non rari nei dintorni della Terra del Fuoco e si mostrino spesso anche sulle spiaggie meridionali del Chilì, pure quel grido aveva prodotto un certo effetto fra i minatori.
Pardoe sopratutto, vecchio baleniere, si era subito slanciato verso la rupe, seguito da José, mentre altri accorrevano verso la spiaggia per avvertire i marinai della nave.
— Ehi, vecchio Morales! — gridò Pardoe, salendo faticosamente la rupe. — Non sarà questo un cattivo scherzo, suppongo!... Non ho più le mie gambe di vent’anni!
— No, accorrete, è una vera balena! — gridò il minatore. — Sta girando quella punta e le onde la spingono da questa parte.
— La spingono!... Nuota, vuoi dire.
— No, Pardoe; mi sembra morta.
— Vi sarà qualche nave dietro.
— No, è sola.