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CAPITOLO I.
Il carcame d’una balena.
Nella huaneras di porto Stokes il lavoro ferveva febbrile, senza un momento di tregua, fra un urlìo incessante dei sorveglianti e le imprecazioni rauche dei minatori, i quali si sentivano soffocare dalle pestifere esalazioni del guano e dal polverone che si levava, in nubi foltissime, sopra gli strati puzzolenti, depositati da secoli e secoli dagli uccelli marini.
Il luglio era già cominciato da qualche giorno e si era annunciato freddissimo e anche tempestoso, scatenando frequenti uragani e sollevando le poderose onde dell’oceano Pacifico.
Tutte le numerosissime isole che fiancheggiano l’estremo lembo dell’America meridionale e la vicina terra del Fuoco s’erano già coperte di neve e anche le coste dello Stretto di Magellano cominciavano a diventare impraticabili per le violentissime risacche prodotte dai venti impetuosi che regnano in quelle desolate regioni.
Nell’America meridionale il luglio corrisponde al gen-