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152 | i cacciatori di foche della baia di baffin |
dinanzi allo stretto di Lancaster e che rassomigliava al Polaris. Dunque noi dirigeremo le nostre ricerche verso quel canale.
– Avete speranza di raccogliere i naufraghi?
– Se non i superstiti, almeno delle reliquie della nave. A me bastano per guadagnare il premio vistoso promesso dal governo dell’Unione, ma faremo delle attive ricerche, nè lascieremo quelle terre senza aver prima la certezza della morte dell’intero equipaggio.
La stagione è molto avanzata, poichè siamo ormai alla metà di settembre e fra non molto tutta la baia sarà gelata, ma spero di giungere allo stretto prima della discesa dei grandi banchi e di trovare un luogo acconcio per svernare.
La nostra barca non è grande, ma non manca di nulla; i viveri sono abbondanti, il carbone per le stufe occupa buona parte della stiva, non mancano nemmeno delle slitte per le esplorazioni, adatte al nostro cane. Ho pensato a tutto e non avremo da soffrire durante la lunga notte polare.
– Quanto credete che distiamo dalla Terra di Baffin? chiese Charchot.
– Domani spero di avvistarla.
– Ripartiamo?
– Non vale la pena di abbandonare ora questo banco, che ci protegge così bene. Il nebbione si avanza di galoppo e fra un’ora avrà coperta tutta la baia ed il vento cresce di violenza minacciando di sconvolgere i ghiacci. La notte si prepara brutta e faremo bene a legare solidamente la Shannon.
Se domani il tempo sarà buono, ci apriremo il passo attraverso la baia ed i ghiacci. Orsù, amici miei, prepariamo altre gomene e le àncore.