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capitolo v — una lotta mostruosa 163


– Ma non c’è nemmeno un canale?

– Ma... forse... chissà!... Vedo laggiù un’apertura, ma non posso distinguere se si prolunga attraverso ai banchi o se si arresta subito.

– Può passarvi la Shannon?

– Mi pare che sia abbastanza larga.

– Allora andiamoci.

– E se il canale più innanzi fosse chiuso?

– Ma qualche ice-berg può tagliarci la ritirata e resteremo presi in trappola. Non è ancora il tempo di lasciarci prendere e il nostro campo di svernamento è lontano ancora.

– E volete rimanere qui in eterno? Al nord ed al sud dei banchi si scorgono delle centinaia di ice-bergs e spero che non avrete l’intenzione di tentare il passaggio fra quelle pericolose montagne galleggianti.

– No, Charchot. Verremmo di certo schiacciati.

– Cosa decidete adunque?

– Di andare a esplorare il canale. Vedo dinanzi a noi un bacino aperto nel banco e che mi sembra riparato. Andiamo ad ancorarci laggiù, poi metteremo in acqua la baleniera.

La Shannon si avvicinò prudentemente al banco per tema di urtare contro qualche punta di ghiaccio subacquea, e si ormeggiò dinanzi ad un ice-berg che dovevasi essere saldato al pack da molto tempo, forse da qualche anno.

Ammainate le vele, i marinai calarono in mare la baleniera, una svelta imbarcazione, leggera ma solida, per poter trascinarla, all’occorrenza, attraverso ai ghiacci e che portava un piccolo alberetto smontabile e una piccola randa.