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capitolo xi — il ritorno di grinnel | 217 |
ondate strisciando sui ghiacci o turbinando sulle ali delle raffiche, impedendo di scorgere un oggetto qualunque a dieci passi di distanza.
Charchot cercò il cane, ma questi era scomparso; però fra il tuonare dei ghiacci, udiva, ad intervalli, i suoi latrati, i quali si allontanavano in direzione del mare.
– Chi può avere allarmato Fox? si chiese il marinaio. Se fosse stato un orso, non sarebbe di certo fuggito.
Cercò di orizzontarsi alla meglio per non smarrirsi fra il nebbione, e si avanzò costeggiando un crepaccio che si allungava in direzione del mare.
Aveva già percorso tre o quattrocento passi procedendo con somma precauzione, quando gli parve di distinguere una forma oscura, avanzarsi lentamente attraverso i ghiacci.
– Corna di caribou!... esclamò. O m’inganno assai o sto per trovarmi faccia a faccia con un orso.
Girò rapidamente sui talloni non osando da solo affrontare il feroce animale e si slanciò in direzione della caverna. A mezza via s’incontrò col mastro il quale, inquieto, era pure uscito, armato delle sue due pistole.
– Vi è un orso che mi segue, disse Charchot.
– Cercheremo di non lasciarcelo sfuggire, rispose Tyndhall. Quella carne ci assicura i viveri per una buona settimana.
– Devo chiamare i compagni?
– Si sono già riaddormentati e noi due bastiamo. Ho il mio coltello e vale più d’un fucile.
– Andiamo, mastro.
Tenendosi vicini per portarsi reciprocamente soccorso e tenendo in pugno le pistole, s’avanzarono lungo il crepaccio.