Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
capitolo ii – a bordo della «torpa» | 17 |
Il baleniere e lo scienziato si strinsero vigorosamente la mano.
– Sarete il benvenuto sulla Torpa, signore, disse Tompson. Procurerò di non farvi annoiare.
– Ma... come?... si parte? – chiese il professore, con sorpresa.
– Il signor Tompson si reca alle Spitzberg, in soccorso della mia flottiglia.
– Ma dunque è proprio perduta?
– Tutto lo indica.
– È un disastro per te, Foyn.
– Più pei miei poveri marinai che per me, Oscar. Ma speriamo che voi possiate giungere in tempo per salvarli.
– Temi che non abbiano salvato dei viveri?
– Chi può saperlo?
– Fortunatamente alle Spitzberg la selvaggina abbonda.
– Sì, ma se non avessero potuto salvare le armi?
– È vero, Foyn, e quei poveri marinai possono correre il pericolo di morire di fame e anche di freddo. Gl’inverni alle Spitzberg sono terribili.
– Accetti di seguire il signor Tompson?
– È una fortuna che non mi lascerò sfuggire.
– Allora mangiamo e poi andremo a sorvegliare l’imbarco dei viveri.
Mezz’ora dopo, accese le pipe, il signor Foyn ed i suoi compagni si recavano dinanzi ai bacini.
La Torpa era stata rimorchiata sotto lo scalo e una quarantina di marinai lavoravano alacremente sotto la direzione di alcuni mastri d’equipaggio e d’un capitano baleniere.
Vere valanghe di provviste d’ogni specie venivano precipitate nella stiva dello skooner, essendo ormai tutti