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268 sul mare delle perle

Mysora, con voce fremente. — Come avete fatto a rapire Maduri?

— Coll’astuzia.

— Senza affrontare mio fratello?

— Anzi sono rimasto per dieci ore suo prigioniero.

— E non ti ha ucciso.

— Mi aveva già fatto gettare fra i coccodrilli affinchè mi divorassero vivo, quando i miei uomini, guidati da un valoroso europeo, giunsero in tempo per salvarmi.

— A quale atroce supplizio ti aveva condannato! — esclamò la giovane con orrore.

— Come però vedi, sono tornato vivo.

— Ma sei assediato.

— Che m’importa? La mia rocca è imprendibile e sgominerò i miei assalitori.

— Sei invincibile tu!

— Non ho paura dei miei avversari.

Mysora lo guardava con ammirazione. Vi fu fra loro un altro breve silenzio, poi la giovane riprese:

— Sicchè io rimarrò ancora tua prigioniera?

— Sì.

— Fino a quando?

— Fino a che avrò fatta la tua felicità.

— La mia felicità!

— Senza dubbio; dovessi mettere sossopra tutta l’isola di Ceylan e portare la guerra fino al Candy.

— Quale linguaggio è questo?

— Quello d’un uomo che è deciso a rovesciare tutto dinanzi a sè per dare una corona alla più