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armi, mirando la tolda della nave, mentre Amali lanciava innanzi risolutamente il Bangalore, superando l’ultimo banco.

Il capitano dello stazionario tratto in inganno, credendo che vi fosse acqua bastante, non aveva evitato il gravissimo pericolo. Vi correva incontro ciecamente, sperando di piombare sul Bangalore e di spazzarlo via con poche cannonate.

— Eccoli sulle scogliere — gridò Amali.

Un orribile scroscio si era udito e la nave si era arrestata di colpo, rovesciandosi bruscamente su di un fianco.

Per l’aria si udirono urla di spavento, imprecazioni, comandi affannosi, poi un secondo scroscio.

Lo stazionario si era sventrato sugli scoglietti coralliferi e l’acqua entrava da cento aperture, invadendo la carena e facendolo sommergere rapidamente.

Un grido di trionfo erasi alzato fra l’equipaggio del Bangalore.

Ormai la nave era perduta e Amali poteva raggiungere il suo rifugio senza paura di venire più inseguito.

Intanto gli inglesi si precipitavano nelle imbarcazioni alla rinfusa, disputandosi i posti a pugni, a calci e perfino coi coltelli.

Invano i comandanti bestemmiavano e minacciavano. La paura aveva reso folli tutti, marinai e sott’ufficiali.

La nave s’inclinava sempre, accennando di rovesciarsi. I suoi alberi battevano l’aria, minac-