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166 capitolo decimottavo.


Attraversarono la zona illuminata dall’incendio, poi sparvero fra le tenebre.

In lontananza si udì ancora la voce beffarda dell’uomo allampanato che gridava:

— Buona fortuna, capitano!...

Poi più nulla.

— Fuggiti! — esclamò l’americano con voce strozzata.

— Sì, — rispose Asthor, — dopo d’aver sfondata la seconda scialuppa. Ma forse Bill non è più.

— E Anna?... È viva o morta?...

— Speriamo che sia viva — risposero i due marinai.

— Ma se Bill... o Dio!... Se l’avesse uccisa?

— È impossibile, capitano! Aveva delle armi con sè e se Bill è rimasto ferito deve essersi ben difesa.

— Oh! Quale orribile situazione! — esclamò il disgraziato piangendo. — Potessi almeno scendere e...

— Zitto, signore — disse Grinnell.

— Cos’hai udito? — chiese l’americano afferrandolo strettamente per le braccia.

— Ho udito la voce di miss Anna.

— Ah!... Grinnell, non illudermi!...

— Zitto — disse Asthor. — Sì... non m’inganno... Grinnell ha udito bene... ascoltate capitano!...

Dal quadro di poppa si alzò una voce abbastanza chiara, e quella voce aveva gridato:

— Padre mio, dove sei?...

— Anna! — gridò il capitano con voce tuonante.

— Sei tu?... — chiese la giovanetta.

— Sì, sono io, Anna!